Riprendere a camminare con la cyberterapia, la riabilitazione passa dalla realtà virtuale

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All’IRCCS Auxologico italianod i Milano all’interno di una ‘caverna super-tecnolgica’ vengono trattati alcuni disturbi tra cui quelli cognitivi nelle fasi iniziali e motor. Una caverna super-tecnologica nella quale “immergersi” per fare riabilitazione fisica e cognitiva. E’ quanto accade nei “Cave”, due stanze virtuali installate presso l’IRCCS Auxologico Italiano di Milano dove si sperimenta la Telepresenza immersiva virtuale (Tiv) e vengono attuati programmi virtuali a scopi terapeutici.

Un ‘gioco’ terapeutico. All’interno dei “Cave”, realizzati in intesa con il ministero della Salute e grazie al supporto di Forge Reply, azienda esperta nella realizzazione di sistemi hardware e software innovativi, è possibile simulare i tipici scenari in cui vengono trattati alcuni disturbi tra cui quelli cognitivi nelle fasi iniziali, quelli motori come, per esempio, quelli conseguenti a ictus e Parkinson, o quelli psicologici come ansia, fobie, stress. Questo approccio innovativo consente, infatti, di migliorare l’efficacia dei programmi di riabilitazione per alcune funzioni compromesse, con l’obiettivo di gestire, superare o ridurre questi deficit e consentire al paziente di beneficiare del supporto terapeutico negli ambienti in cui si sviluppano comunemente i disturbi. “Il Cave costituisce uno strumento straordinario per la riabilitazione nel post ictus, nelle fasi iniziali della demenza senile o per la cura di malattie come il Parkinson. Grazie a questa tecnologia è infatti possibile, ad esempio, facilitare il ritorno a casa dell’anziano, simulando situazioni di vita quotidiana ma in un ambiente controllato” spiega Marco Stramba-Badiale, direttore del Dipartimento Geriatrico-Cardiovascolare e del Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Riabilitazione e Medicina Cerebrovascolare dell’Auxologico di Milano. Grazie alla visione 3D stereostopica, il sistema permette una corretta lettura degli spazi, dei volumi e delle distanze, dando così la netta sensazione di essere immersi all’interno della scena virtuale proiettata sugli schermi.

Come funziona. Sperimentare la cyberterapia nelle Cave assomiglia davvero ad un gioco. Su tre schermi e sul pavimento vengono riprodotti ambienti domestici ed esterni (come una città o un supermercato) generati dal computer e con i quali il paziente può interagire utilizzando un joystick. Il paziente indossa un paio di ciabatte, necessarie per non rovinare lo schermo a pavimento, e mette gli occhialini dove sono posizionati dei sensori, realizzati con una stampante 3D, che inviano al computer centrale i dati di posizionamento e navigazione; a questi se ne possono aggiungere altri, come il battito cardiaco e la pressione, sfruttando i classici strumenti di misurazione. Poi il paziente impugna il joystick che gli serve per muoversi e prendere le cose. Così può esercitarsi ad orientarsi per strada oppure a seguire la lista della spesa, tutti compiti che per un paziente affetto da demenza senile o che ha subito un ictus non sono più semplici come prima della malattia. Al suo fianco c’è sempre un tutor che spiega come muoversi nell’ambiente e i compiti da effettuare, una sorta di gamification che dovrebbe portare a risultati concreti nel medio e lungo periodo.

Le sedute. Durante le sedute, che durano circa 45-60 minuti ciascuna e sono condotte da un terapista occupazionale, da un fisioterapista o da uno psicologo, il paziente, insieme al terapeuta, si muove e svolge semplici compiti e attività della vita quotidiana.

Per quali disturbi. A quale categoria di paziente può essere d’aiuto la cyberterapia? “Questa tecnologia è stata sperimentata in principio per curare i disturbi di ansia dei soldati americani reduci di guerra” chiarisce Giuseppe Riva, direttore in Auxologico del Laboratorio di Tecnologia Applicata alle Neuroscienze che studia da vent’anni la Realtà Virtuale e vanta il più cospicuo numero di pubblicazioni al mondo. “Ora l’attenzione verso la Cybertherapy nasce dall’esigenza di trovare soluzioni d’avanguardia in ambito psicologico-riabilitativo”. Ecco perché è indicata per i pazienti affetti da disturbi cognitivi nelle fasi iniziali, disturbi motori conseguenti a ictus o malattia di Parkinson, disturbi psicologici come ansia, fobie o stress.

Chi ne usufrusice. Al momento possono usufruire di questa terapia i pazienti ricoverati presso l’Auxologico di Milano ma verrà presto attivato anche per i pazienti non degenti, in forma ambulatoriale presso l’Ospedale San Luca (a Milano via Mosè Bianchi). L’accesso avverrà previa “visita specialistica con equipe cave” (fisiatra, geriatra o neurologo). Potranno usufruire della cyberterapia anche aziende non mediche che hanno bisogno di risolvere problemi che impattano sul business. Così, per esempio, si possono organizzare sessioni di public speaking virtuale per chi ha paura del pubblico oppure si può far fare una camminata virtuale in città a chi soffre di attacchi di panico. Esistono anche software con programmi specifici per la gestione della respirazione e quindi delle problematiche legate all’ansia ma anche all’insonnia.

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