In partenza i nostri nomi per il Sole con la sonda Parker Solar Probe

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Parker solar probe, tutto pronto per l’incontro ravvicinato con il Sole. La sonda della Nasa arriverà a circa sei milioni di chilometri dalla nostra stella (due milioni di gradi la temperatura) per studiare la corona solare, il vento e le eruzioni che possono mettere in pericolo gli astronauti e danneggiare anche i satelliti in orbita.È PRONTA a decollare per tuffarsi tra le fiamme del Sole a velocità mai viste. La sonda della Nasa Parker solar probe, sulla rampa di lancio della Cape Canaveral air force station, in Florida, attende solo l’ok per volare. Raggiungerà la corona, una zona inesplorata, arrivando dove nessun oggetto costruito dall’uomo si è mai spinto prima d’ora. Ad appena sei milioni di chilometri dalla superficie solare, dove la temperatura raggiunge i due milioni di gradi centigradi. Sette volte più vicina di qualsiasi altra sonda.La finestra per il lancio si aprirà alle 9.30 ora italiana dell’11 agosto, trasmesso in streaming dalla Nasa. Se dovessero esserci problemi al momento di accendere i motori, ci sarà tempo fino al 23 di questo mese per programmare un nuovo lancio.

– LA PIU’ VELOCE
Il ‘tachimetro’ della Parker solar probe toccherà i 690.000 chilometri all’ora (quasi 200 al secondo) nelle sue ultime orbite attorno al Sole. Sarà la sonda più veloce mai inviata nello spazio. Un record che ancora appartiene a Juno, in orbita attorno a Giove.

Ma anche per arrivare al Sole sarà necessario accelerare parecchio. Parker, che pesa come una city car, appena 635 chili, sarà sulla cima di uno dei razzi monstre attualmente in commercio: il Delta IV Heavy della United Alliance con i suoi tre motori. “Sarà lanciata verso il Sole con un’energia enorme, 55 volte più grande di quella necessaria per raggiungere Marte” spiega la Nasa. Questo perché la Terra (e tutto ciò che contiene, compresa la sonda) viaggia molto veloce attorno al Sole: circa 107.000 chilometri all’ora.

Per lanciarla senza mancare l’obiettivo, bisognerà dunque lanciarla all’indietro rispetto all’orbita terrestre, annullando almeno un po’ questa velocità. Al momento di lasciare la Terra, avrà una velocità di circa 85.000 chilometri all’ora e comincerà a ‘cadere’ verso il Sole, orbitandogli attorno. Il resto della frenata sarà compito di Venere. Con sette passaggi ravvicinati sul pianeta in sette anni, Parker solar probe rallenterà e arriverà sempre più vicina alla nostra stella.

Il tour della sonda nel Sistema solare interno prevede un primo flyby su Venere a settembre, poi il primo passaggio al perielio (il punto più vicino al Sole, nella prima orbita) a novembre. Compirà una rivoluzione ogni 88 giorni, per 24 volte, fino a giugno 2025.

·IL MISTERO DELLA CORONA SOLARE
Parker solar probe raccoglierà dati per spiegare perché la corona solare è centinaia di volte più calda della superficie (due milioni di gradi contro 6.000): “È un assurdo dal punto di vista termodinamico – spiega Marco Velli, principal investigator del team al Jpl della Nasa – il Sole produce un vento che gonfia una bolla di particelle, la corona viene riscaldata da un’energia pari a quella di centinaia di milioni di bombe a idrogeno ogni ora ma durante le eruzioni più potenti si arriva a un equivalente di miliardi di bombe atomiche. A noi interessa capire come funzionano soprattutto le tempeste più grosse, quelle che possono minacciare gli astronauti in orbita o in viaggio nello spazio, ma anche danneggiare satelliti terrestri”.

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