OSSERVATA per la prima volta la formazione del ghiaccio ‘alieno’, ovvero una particolare forma cristallina di ghiaccio d’acqua (chiamato ghiaccio VII) che è naturalmente presente nello spazio, in ambienti extraterrestri. Le immagini, che immortalano il congelamento delle molecole istante dopo istante, sono pubblicate su Physical Review Letters dai ricercatori dell’Università di Stanford: aiuteranno non solo a capire la fisica di comete ed pianeti extrasolari, ma anche a sviluppare nuovi materiali con proprietà esotiche.
“In passato sono stati condotti moltissimi studi sul ghiaccio perché tutti vogliono capire a fondo il suo comportamento. Quello che il nostro studio dimostra per la prima volta – spiega la geofisica Wendy Mao – è la capacità di vedere la formazione della struttura del ghiaccio in tempo reale”. Questo risultato è stato ottenuto grazie al laser a raggi X più potente del mondo, il Linac Coherent Light Source, situato presso lo SLAC National Accelerator Laboratory di Stanford, che ha permesso di sottoporre un campione d’acqua liquida ad una pressione 50.000 volte superiore a quella esercitata dell’atmosfera terrestre sul livello del mare.
Oltre a questa tecnologia è stata usata anche una sorgente di raggi X molto intensa, quella di un laser a elettroni liberi, per colpire il campione d’acqua con una serie di impulsi velocissimi, simili al flash di una fotocamera, con cui è stato possibile scattare una serie di istantanee che descrivono il processo di cristallizzazione in ghiaccio VII. Questo cambiamento di fase dura appena sei miliardesimi di secondo e, a sorpresa, durante il processo le molecole d’acqua si legano a formare bastoncelli e non sfere come invece era previsto dai modelli teorici.
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