Bagliori dal ‘pasto’ di giganteschi buchi neri

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Bagliori dal 'pasto' di giganteschi buchi neri
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Osservati i ‘lampi’ generati dal banchetto cosmico. Rappresentazione artistica dell’eco prodotta dal ‘pasto’ di giganteschi buchi neri.

E’ stata catturata per la prima volta l’eco prodotta da quattro giganteschi buchi neri mentre risucchiano e divorano le stelle vicine. Lo ha fatto il telescopio spaziale Wise (Wide-field Infrared Survey Explorer) della Nasa e la scoperta, che permette di conoscere meglio questi fenomeni cosmici, è stata pubblicata in due articoli, sull’Astrophysical Journal e sul sito Arxiv.org.

L’eco ‘vista’ dai ricercatori è in realtà fatta di luce e l’hanno analizzata i ricercatori coordinati da Sjoert van Velzen, dell’università Johns Hopkins di Baltimora, e Ning Jiang, dell’Università Cinese di Scienza e Tecnologia.

Quando una stella passa vicino a un buco nero viene catturata dalla straordinaria attrazione gravitazionale del secondo e l’abbraccio è così forte che viene compressa e allungata, fino a quando non viene completamente divorata. Durante questo processo viene rilasciata una quantità enorme di energia, che produce bagliori visibili all’ultravioletto e ai raggi X. Per la prima volta i ricercatori hanno osservato il riflesso di questi bagliori sulle polveri che circondano i buchi neri.

”Per la prima volta abbiamo visto chiaramente i raggi a infrarossi prodotti da questi eventi”, ha detto Sjoert van Velzen. Lo studio di questi riflessi di luce ha anche permesso di misurare la distanza tra il buco nero e le nubi sferiche di polveri che lo circondano e di stabilirne la distanza: tutte si trovano a circa mezzo anno luce.

Questo, secondo van Velzen, dimostra che ”i buchi neri hanno distrutto tutto ciò che si trovava tra loro e le polveri. E’ come se avessero pulito la loro ‘stanza’ con un lanciafiamme”. Per l’astronomo Varoujan Gorjian, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, le due ricerche indicano che “le polveri che si trovano vicino a un buco nero possono essere utilizzate per determinare la quantità di energia che viene generata durante la distruzione di una stella”.

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