Che cosa sta ammalando i diplomatici americani a Cuba?

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Che cosa sta ammalando i diplomatici americani a Cuba?
July 1, 2015 - The United States and Cuba on Wednesday formally agreed to restore diplomatic ties that had been severed for 54 years. PICTURED: April 25, 2000 - Miami, Florida, U.S. - Protestors demonstrate against the U.S. government's raid on the Gonzalez home in Little Havana that resulted in the return of Elian Gonzalez to his father. Thousands of people waved flags and honked horns to express their anger with Washington's actions. (Credit Image: © Charles Trainor Jr/Miami Herald/TNS/ZUMAPRESS.com)
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Mistero cubano: arma segreta o isteria di massa? Sei mesi di indagini non sono serviti: non c’è spiegazione ai disturbi che hanno colpito i diplomatici americani di stanza a L’Avana, inizialmente attribuiti a una fantomatica arma sonica. Ecco le conclusioni degli esperti.

Funzionari dell’ambasciata americana a Cuba colpiti da una misteriosa sindrome, forse un attacco con un’arma segreta che sfrutta il suono per colpire le vittime… Ha il sapore di una spy story la vicenda che si è consumata qualche mese fa nell’isola caraibica: ne avevamo parlato nell’articolo Il misterioso caso del suono come arma.

Nessuno di quelli che hanno finora indagato ci ha capito granché, e neppure da un punto di vista medico è chiaro se gli strani sintomi riportati da alcune decine di persone, diplomatici americani e canadesi, siano il frutto di una qualche malattia, di un attacco con dispositivi sconosciuti o di stress per la vita sotto pressione nei rapporti (ancora non facili) tra diplomazia americana e cubana. Anche il team di esperti dell’Università della Pennsylvania, chiamato a valutare le vittime e le loro cartelle cliniche, ha adesso più dubbi che risposte da dare, com’è riportato in un articolo pubblicato su Jama qualche giorno fa.

Mistero tropicale. Dalla fine del 2016 ad agosto del 2017, un’ottantina di membri del personale delle ambasciate americana e canadese a Cuba, e i loro familiari, hanno iniziato a lamentare problemi di salute.

Venti persone sono risultate accomunate da una storia simile: strani disturbi insorti, a loro dire all’improvviso, mentre si trovavano nelle loro case o stanze di albergo, immediatamente dopo avere udito un suono definito “sconosciuto, intenso e concentrato”, secondo alcuni acuto, secondo altri grave, e una sensazione come di vibrazioni o di spostamento d’aria.

Alec Guinness in una scena del film Il nostro agente all'Avana (Our Man in Havana, 1959), tratto dall'omonimo romanzo di Graham Greene: Joe Wormold, reclutato dai servizi segreti di Sua Maestà, vende all'MI5 informazioni "segretissime" sul... progetto del motore di un'aspirapolvere.
Alec Guinness in una scena del film Il nostro agente all’Avana (Our Man in Havana, 1959), tratto dall’omonimo romanzo di Graham Greene: Joe Wormold, reclutato dai servizi segreti di Sua Maestà, vende all’MI5 informazioni “segretissime” sul… progetto del motore di un’aspirapolvere.

Qualcuno l’ha descritto come un ronzio, altri come uno stridore metallico o un grido penetrante, durato alcune decine di secondi, o a volte più di mezz’ora. Si è perfino parlato di… cicale? Dopo questo suono, udito dalla maggior parte (ma non da tutti: tre persone dicono di aver cominciato a sentirsi male improvvisamente, senza avere udito niente), sono iniziati i malesseri: dolore localizzato a un orecchio, mal di testa, nausea, perdita dell’udito. Successivamente sono subentrati altri sintomi, come problemi di equilibrio, insonnia, difficoltà di memoria e di concentrazione, che sono continuati per mesi. Per alcuni di loro, i colleghi hanno notato delle differenze nel rendimento sul lavoro.

Traumi senza causa. Visite ed esami di ogni tipo, in particolare test neurologici e cognitivi, controlli della vista e dell’udito svolti dal team di esperti per venire a capo della causa dei disturbi hanno confermato la presenza di anomalie. In particolare, i medici che hanno esaminato le persone colpite dai disturbi hanno trovato “lesioni a estesi circuiti cerebrali senza una storia di trauma“. In parole povere, danni al cervello simili a quelli provocati da una contusione alla testa senza però che nessuno di loro avesse mai accusato colpi.

A tre persone è stata diagnosticata una perdita dell’udito da moderata a grave, e molte si sono sottoposte a qualche forma di riabilitazione. «Se prendessi uno qualsiasi di questi pazienti e lo mettessi in una clinica per i traumi cerebrali, anche senza sapere nulla di questa storia, si penserebbe a un trauma da incidente d’auto o per un’esplosione», afferma Randel Swanson, uno degli autori dello studio.

Un’arma sonora? Nonostante le anomalie accertate, l’inchiesta medica non è stata in grado di chiarire le cause dei disturbi. Non è neppure chiaro se il famigerato suono udito da molti abbia qualcosa a che fare con i sintomi riportati. In base alle conoscenze attuali, diversi esperti intervistati in questi mesi hanno affermato che nessun suono udibile è in grado di provocare danni permanenti al sistema nervoso centrale, mentre ultrasuoni o infrasuoni potrebbero in effetti danneggiare i tessuti, ma non ci sono notizie di dispositivi utilizzabili nelle circostanze in cui i diplomatici riportano di avere subito l’attacco, chiusi nelle loro case.

Di che altro potrebbe trattarsi? È stata ipotizzata una sorta di isteria collettiva, in cui la voce di qualche problema di salute – magari reale – si è ingigantita nel piccolo mondo dei diplomatici nord-americani sull’isola caraibica e, complice lo stress, l’atmosfera di tensioni, ostilità e segretezza tipiche dell’ambiente, è diventata una malattia – seppure immaginaria. I medici che hanno visitato i diplomatici sottolineano che tutti si sono dimostrati determinati a riprendere il lavoro, nonostante il consiglio di prendersi un po’ di riposo. Una finzione? Alcuni sintomi, però, come quelli al sistema dell’equilibrio e visivo, sono impossibili da simulare.

È anche improbabile, dicono ancora gli esperti, che si sia trattato di una malattia virale o di una intossicazione da sostanze chimiche, dato che nessun altro organo è stato coinvolto. Insomma, in un suo documentato rapporto l’agenzia di giornalismo investigativo ProPublica conferma che nessuno ha la più pallida idea di che cosa sia accaduto a L’Avana.

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