Scambiati 10 milioni di dollari in bitcoin a Wall Street

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Il bitcoin sbarca a Wall Street: al Nyse trattato il primo contratto future (fisico). Il lancio di futures fisici basati su Bitcoin è realtà. Alle 20.02 di New York (le 2.02 in Italia) di domenica 22 settembre, è stato battuto al Nyse il primo contratto, per un valore di 10.115.000 dollari. A darne notizia è stata, con un tweet, la Bakkt, piattaforma dell’Ice, l’Intercontinental Exchange che controlla il Nyse stesso e che ha lanciato il prodotto.

Si tratta di una svolta storica per il mondo delle criptovalute. Perché questi nuovi future, di fatto, pongono i Bitcoin sullo stesso piano di altri prodotti come oro e petrolio. E conferiscono, dunque, un’aurea di credibilità del tutto diversa all’intero mondo delle monete digitali.

I futures lanciati da Bakkt sono di ordine giornaliero e mensile, e consentono agli utenti di negoziare sui prezzi Bitcoin giornalieri e del mese precedente. Si tratta di contratti a replica fisica, e questo significa che per la prima volta il bene sottostante (ovvero il Bitcoin) sarà acquistato

fisicamente sul mercato. Ciò vuol dire che Bakkt, da adesso in poi, si doterà di Bitcoin veri e propri in base al numero di contratti sottoscritti. Un fatto, questo, che potrebbe incidere in maniera determinante sull’andamento della criptovaluta per eccellenza.Scambiati 10 milioni di dollari in bitcoin a Wall Street

Chicago si prepara alle opzioni

Va detto che la negoziazione di criptovalute, ad oggi, è consentita da miriadi di piattaforme. E investire in questi mercati è abbastanza semplice: basta registrarsi e aprire un wallet digitale per iniziare il trading. Stavolta, però, il tutto si muove a un livello ben più autorevole, essendoci di mezzo l’Intercontinental Exchange, società madre della Borsa di New York.

Va detto che non è la prima volta che dei futures basati su Bitcoin approdano in un mercato finanziario. Già nel 2017, infatti, il Chicago Mercantile Exchange (Cme) aveva lanciato la negoziazione di prodotti simili. E, ad oggi, il canale muove circa 7mila contratti al giorno per un valore di 350milioni di dollari. I rivali del Cboe hanno invece bloccato lo scorso marzo la contrattazione di futures su bitcoin. La vera differenza del Cme rispetto ai contratti proposti a New York da Bakkt, però, consiste nella successiva contrattazione fisica del Bitcoin. Un particolare non di poco conto che potrebbe anche rallentare, almeno nei primi giorni, il volume negoziato di questi futures.

Intanto, però, sempre a Chicago sono pronti a lanciare le options su contratti derivati che hanno come sottostante i Bitcoin. Le negoziazione sarà lanciata nel primo trimestre del 2020. «I mercati di derivati di Bitcoin hanno fatto registrare una domanda in aumento e i mercati sono in crescita. E basandoci su questi dati – ha detto Tim McCourt, di Cme – crediamo che il lancio di options offrirà ai nostri clienti ulteriore flessibilità per fare trading e coprirsi dai rischi legati al prezzo di Bitcoin».

Questi nuovi prodotti, ha aggiunto McCourt «sono progettati per aiutare istituzioni e trader professionisti a gestire l’esposizione al mercato spot del Bitcoin, così come a coprirsi dai rischi legati alle posizioni in derivati di Bitcoin in un ambiente di Borsa regolamentato».

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