
In USA in arrivo una pesante regolamentazione per i wallet crypto. Oggi il CEO e co-fondatore di Coinbase, Brian Armstrong, ha avvisato dell’arrivo di una possibile nuova regolamentazione dei wallet crypto.
Armstrong riferisce che l’attuale segretario del Tesoro USA, Steven Mnuchin, starebbe pianificando di emanare in tempi brevi alcune nuove norme riguardanti i wallet crypto di proprietà, ovvero quelli non-custodian.
Il CEO di Coinbase si è detto preoccupato del fatto che queste nuove norme potrebbero avere “effetti collaterali indesiderati”.
Va detto che Mnuchin è sempre stato nemico delle criptovalute, condividendo l’opinione negativa del Presidente Trump, ma entrambi rimarranno in carica solamente fino al 19 gennaio.
Quindi se volessero emettere nuove norme dovrebbero farlo decisamente in fretta, e non è detto che vi siano i tempi per portare a termine questo progetto.
Tuttavia rimane possibile, pertanto è necessario approfondire per capire di cosa si tratta.
Last week we heard rumors that the U.S. Treasury and Secretary Mnuchin were planning to rush out some new regulation regarding self-hosted crypto wallets before the end of his term. I’m concerned that this would have unintended side effects, and wanted to share those concerns.
— Brian Armstrong (@brian_armstrong) November 25, 2020
La nuova regolamentazione sui wallet crypto
Secondo quanto riferisce Armstrong, le nuove normative vorrebbero imporre alle istituzioni finanziarie, come Coinbase, di verificare i destinatari ed i proprietari dei wallet non custodian verso i quali vengono inviate le criptovalute prelevate dai wallet di terze parti, come quelli degli exchange.
Sicuramente questa ipotesi rientra nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, visto che i wallet non custodian sono anonimi.
Il punto sarebbe proprio questo: obbligare gli intermediari a “de-anonimizzare” i wallet non custodian a cui vengono inviate le criptovalute.
Armstrong scrive:
“Superficialmente questa sembra un’idea ragionevole, ma in pratica è una cattiva idea perché spesso è poco pratico raccogliere informazioni di identificazione su un destinatario nella criptoeconomia”.
Poi aggiunge:
“Questo ulteriore attrito ucciderebbe molti dei casi d’uso emergenti per la crittografia. Crypto non è solo denaro: digitalizza ogni tipo di risorsa.
Questo sarebbe un male per l’America perché costringerebbe i consumatori statunitensi a utilizzare società crittografiche straniere non regolamentate per ottenere l’accesso a questi servizi. E a lungo termine, credo che questo metterebbe a rischio lo status dell’America come centro finanziario”.
Infatti la normativa riguarderebbe solo gli USA, e sarebbe talmente impraticabile da rendere estremamente difficile per gli statunitensi ritirare fondi in criptovalute dagli exchange.
A dire il vero non vi è ancora alcuna certezza che l’iniziativa di Mnuchin vada in porto, anche perché si fa fatica a comprendere perché a fine mandato dovrebbe imbarcarsi in un progetto simile, e di così difficile realizzazione.
Esiste anche la possibilità che faccia parte della vera e propria campagna di propaganda politica che il presidente Trump sta facendo dopo aver perso le elezioni.
Infatti delle normative simili potrebbero letteralmente danneggiare gli exchange USA nei confronti di exchange di altri paesi, e favorire quelle piattaforme, come PayPal, che non consentono i prelievi in criptovalute.
L’iniziativa rimane pertanto avvolta nei dubbi, perlomeno per ora.
Lascia un commento