
Facebook ci riprova con la sua guida ai naviganti. Ma stavolta accompagna la pubblicazione sui giornali britannici dei dieci punti per riconoscere le fake news, le notizie bufala, con la cancellazione di decine di migliaia di profili sospetti. La guida, che sarà sulle pagine di Telegraph, Times, Metro e Guardian, è una risposta nota. La piattaforma attaccata da più parti e non solo in Europa, era stata messa sul banco degli imputati anche dal parlamentare conservatore Damian Collins preoccupato dal peso che le notizie bufala potrebbero avere nelle elezioni dell’8 giugno. “Il pericolo”, ha dichiarato al Guardian, “sta nel fatto che per molte persone la principale fonte di informazione è Facebook e le notizie che qui leggono sono per lo più fasulle. Quindi potrebbero votare basandosi su delle bugie”.
Ha risposto Simon Milner, che per la multinazionale californiana cura la parte istituzionale per Inghilterra, Medio Oriente e Africa: “La gente vuole vedere informazioni veritiere su Facebook. Ecco perché facciamo tutto il possibile per affrontare il problema delle false notizie aiutando gli utenti ad individuare false notizie”. Alle elezioni generali convocate dal premier Theresa May, vedremo quindi la replica di quanto accaduto in Francia il mese scorso prima delle elezioni presidenziali. E per passare dalle parole ai fatti pare è stato decisa la chiusura di decine di migliaia di pagine dalle quali provengono le fake news e un accordo con Google per combatterle sul fronte del fact checking.
Questo è il primo vero passo per “risolvere il problema alla radice”, ha dichiarato Milner. E per passare dalle parole ai fatti pare abbia deciso la chiusura di decine di migliaia di pagine dalle quali provengono le fake news. Questo è il primo vero passo per “risolvere il problema alla radice”, ha dichiarato Milner. Il colosso di Menlo Park sarebbe impiegando una serie di nuove tecnologie per scovare chi sulla sua piattaforma diffonde falsità e per identificare gli schemi di diffusione.
La guida in dieci punti infatti è la stessa apparsa in Italia il 7 aprile, quando la compagnia cofondata da Mark Zuckerberg aveva deciso di pubblicare delle regole da seguire sul suo social network per evitare le notizie bufala. Regole destinate però a scomparire dopo 72 ore o dopo appena tre consultazioni da parte degli utenti. Si invita a controllare le fonti, a fare attenzione ai titoli d’effetto, ad usare una capacità critica quando si legge, a verificare le date e le testimonianze, prestare attenzioni all’impaginazione e ai refusi perché spesso sono segni che appartengono alle notizie fasulle. Insomma: buonsenso in pillole.
In un documento pubblicato il 27 aprile dal dipartimento della sicurezza di Facebook, a firma di Jen Weedon, William Nuland e Alex Stamos, veniva chiaramente individuata la propaganda politica priva di scrupoli come una delle cause delle fake news, “per arrivare ad avere un vantaggio strategico e di visibilità”. Una analisi sensibilmente diversa da quella di Adam Mosseri, vice presidente di Facebook, che durante la sua visita in Italia aveva parlato invece di motivazioni economiche sulle quali il social network avrebbe agito per bloccare il traffico di utenti e quindi anche le entrate. Giustamente, come fa notare la Bbc, il passaparola rischia di essere ben più forte di una guida in dieci punti. Guida di buonsenso, come dicevamo, ma che di fatto delega agli stessi utenti il distinguere fra vero e faslo. Ben altra musica è la chiusura dei profili responsabili della diffusione delle fake news.
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