
Ue: il fondo per la ripresa da 1.500 miliardi (finanziato con «eurobond»). Pianificato dalla Commissione europea per far fronte alla crisi provocata dalla pandemia di coronavirus, il fondo europeo per la ricostruzione (o fondo per la ripresa: «Recovery Fund») sarà finanziato con obbligazioni «sostenute da una garanzia degli Stati membri» dell’Ue. E’ quanto dichiarato dal vicepresidente della Commissione europea per gli Affari economici, Valdis Dombrovskis, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Handelsblatt. Frasi che rilanciano il discorso sugli eurobond, lasciato a metà nel corso dei recenti incontri tra i ministri finanziari dell’Unione europea (Eurogruppo).

Un fondo da 1.500 mila miliardi di euro
Dombrovkis è commissario europeo per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e il mercato unico dei capitali, e afferma nel corso dell’intervista di poter immaginare che il fondo per la ricostruzione avrà una disponibilità di 1.500 mila miliardi di euro, aggiungendo che l’ammontare non è stato ancora deciso. La questione verrà discussa al Consiglio europeo che si terrà il 24 aprile prossimo in teleconferenza.
Eurobond o no?
Al momento, Dombrovskis non ha chiarito se le obbligazioni europee che potrebbero essere introdotte siano gli «eurobond», strumenti per la comunitarizzazione del debito proposti da Italia, Francia, Spagna e altri Stati membri per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia di coronavirus.
I punti dell’accordo
Oltre al fondo per la ricostruzione della Commissione europea, le iniziative dell’Ue per far fronte alla crisi prevedono, come stabilito dall’Eurogruppo il 9 aprile scorso, linee di credito precauzionali del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) per gli Stati membri fino a 240 miliardi di euro. Vi è poi un fondo di garanzia della Banca europea degli investimenti (Bei) per prestiti alle imprese con cui verranno mobilitati fino a 200 miliardi di euro. A ciò si aggiunge il programma «Sure» della Commissione europea, con 100 miliardi di euro per il finanziamento della cassa integrazione dei lavoratori a tempo indeterminato nei paesi membri dell’Eurozona.
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