
Fuori uno dentro un altro. La conta dei pianeti del Sistema solare è sempre ferma a otto ma mentre l’ormai famigerato Planet nine, un colosso che si ipotizzava potesse esistere a una distanza di almeno 60 miliardi di chilometri dal Sole, potrebbe essere stato solamente un abbaglio degli scienziati, un’altra possibile presenza spunta un po’ più vicino.
Già qualcuno già lo chiama “Planet ten”, anche se nessuno l’ha visto. Come per il Nine, si tratta di un’ipotesi fatta osservando il comportamento di altri oggetti della fascia di Kuiper: anche la loro ‘strana’ orbita infatti potrebbe essere spiegata con una ‘presenza’ di dimensioni planetarie, con una massa compresa tra quella di Marte e quella della Terra. Ci potrebbe essere un nuovo pianeta dunque nel Sistema solare, è quello che sostiene un team di ricercatori del Lunar and Planetary Laboratory presso l’University of Arizona, in uno studio di prossima pubblicazione su The Astronomical Journal e consultabile online sul sito di peer review arXiv.
La fascia di Kuiper è una regione esterna del Sistema solare che ospita milioni di piccoli oggetti, tra asteroidi e pianeti nani, non ultimo Plutone. Analizzando il piano orbitale di questi oggetti, i ricercatori hanno notato che da una certa distanza in poi, rispetto al Sole, il comportamento di 600 di essi risulta ‘stravagante’. Mentre la maggioranza della popolazione della fascia si mantiene sul “piano orbitale invariabile”, cioè coerente con tutti gli altri pianeti del Sistema solare, gli altri mostrano un comportamento bizzarro. Una inclinazione di ben 80 gradi rispetto al normale.
Ci deve essere qualcosa che li disturba. “La spiegazione più probabile ai nostri calcoli è che qualcosa che ha una massa come quella di Marte causa questa deviazione” spiega Kat Volk, autore dello studio assieme a Renu Malhotra.
Secondo i ricercatori la possibilità che si tratti di una oscillazione statistica, per così dire di un ‘caso’, è molto bassa. Ma perché un oggetto così importante non è ancora stato scoperto con i telescopi? La spiegazione, secondo ricercatori, sta innanzi tutto nella sua distanza. Se davvero esiste, si trova a circa 60 Unità astronomiche (una unità astronomica corrisponde alla distanza della Terra dal Sole: circa 150 milioni di chilometri), qualcosa come nove miliardi di chilometri, il doppio della distanza a cui si trova Nettuno, che è il più esterno dei pianeti. La sua osservazione, inoltre, potrebbe essere stata impedita dal centro galattico molto luminoso, sullo sfondo. Insomma, non abbiamo ancora cercato abbastanza bene e non con gli strumenti giusti.
Sembra mettersi male invece per il Planet Nine. Anche la sua presenza era stata ipotizzata partendo dalle osservazioni di alcuni corpi ghiacciati della fascia di Kuiper, la cui particolare disposizione poteva essere causata dall’influenza gravitazionale di un gigantesco corpo celeste ancora sconosciuto. Uno studio, coordinato dalla University of Victoria in Canada, pubblicato su arXiv, non ancora passato al vaglio della comunità scientifica, pone dubbi sulle osservazioni a supporto della tesi di un pianeta gigante (dieci volte la massa della Terra) che si troverebbe tra le 400 e le 1.500 Unità astronomiche dal Sole.
I motivi dei nuovi dubbi riguardano la qualità delle osservazioni, che in alcuni casi sarebbero state compromesse dal meteo non favorevole. Inoltre proprio la luminosità della Via Lattea comprometterebbe il campo visivo, consentendo osservazioni solo in alcune zone del cielo. Secondo gli scienziati, questo non esclude l’esistenza del Planet Nine. Ma servono più dati, più osservazioni.
Le speranze per trovare, se esistono, questi due ‘pianeti fantasma’, sono affidate allo strumento più potente che l’uomo metterà in orbita tra poco più di un anno: il James Webb space telescope, atteso come una vera rivoluzione. Sarà lanciato a ottobre 2017 e tutto l’ambiente della ricerca astronomica si aspetta grandi rivelazioni dal suo occhio senza precedenti. Dalle origini dell’Universo alla caccia di nuovi pianeti, anche nel ‘cortile’ di casa nostra.
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