
Gli effetti non visivi dei colori. Lo spettro luminoso può influenzare il nostro corpo e il modo in cui ci comportiamo molto più di quanto si pensi, e per un preciso meccanismo biologico che ha poco a che fare con la vista.
Da un paio di decenni, come spiega un articolo pubblicato su The Conversation, si indaga sugli effetti non visivi dei colore. Così come l’orecchio, deputato all’ascolto, regola anche l’equilibrio, l’occhio presiede essenzialmente a due funzioni. I fotorecettori, ossia le cellule sensibili al colore nella retina, inviano segnali elettrochimici alla corteccia visiva, la parte del cervello in cui prendono forma le immagini che vediamo.
UN’ALTRA STRADA. Tuttavia, alcune cellule della retina chiamate cellule gangliari, rispondono alla luce mandando segnali ad una regione centrale del cervello che non si occupa della vista: l’ipotalamo. Questa struttura secerne ormoni che regolano vari aspetti dell’organismo, come temperatura, stimolo alla fame, sonno e ritmi circadiani. Le cellule gangliari sono selettivamente sensibili alle lunghezze d’onda più corte dello spettro luminoso (quelle blu-verdi).

UMORE. I cambiamenti nell’esposizione a questo tipo di luce potrebbero anche essere alla base dei disturbi stagionali dell’umore legati all’arrivo dei mesi invernali. La luce rossa sembra avere un piccolo, ma individuabile effetto di accelerazione sui battiti cardiaci. Quella blu, al contrario, li rallenta, e non è il suo unico beneficio.
COMPORTAMENTI PERICOLOSI. Dopo che nel 2009, LED a luci blu sono stati installati sulla Yamanote, la rete ferroviaria urbana di Tokyo, i tassi di suicidio sulla linea sono diminuiti del 74%. Luci dello stesso colore sono quindi state installate anche alle stazioni ferroviarie dell’aeroporto di Gatwick. Il motivo della loro efficacia non è ancora ben chiaro: tre anni di studi sul rapporto tra luce blu e impulsività non hanno dato risultati significativi.
APPENA ALL’INIZIO. La diffusione di LED sempre più efficienti, e di laboratori in cui modulare la luce in modo preciso e selettivo, sta incoraggiando questo filone di studi: è ora chiaro che esiste un rapporto (biologico, non frutto di credenze) tra colori e reazioni fisiologiche dell’organismo. Capirne le dinamiche aiuterà a sfruttare meglio la luce a nostro vantaggio.
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