La personalità si esprime nel dialogo con gli altri

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Insicuri o egocentrici, le nostre parole svelano molto di noi. Un studio pubblicato su Nature sostiene che le parole di tutti i giorni indicano il grado di maturità della nostra personalità.

“MA COME parla? Le parole sono importanti!”, gridava nel 1989 un Nanni Moretti giocatore di palla a nuoto a bordo piscina a una malcapitata giornalista colpevole di usare termini eccessivamente banali. Accadeva nella scena più famosa del film Palombella Rossa. E aveva ragione a dare tanta importanza al linguaggio, Moretti, perché le parole, quelle che usiamo tutti i giorni e che poco hanno che vedere col nostro curriculum scolastico, sono un po’ come dei marcatori, indicatori del nostro livello di Ego, cioè dello stadio di sviluppo o maturazione della personalità degli individui in termini cognitivi, di pensiero, sociali e morali. Questa è la conclusione, sebbene semplificata, di una ricerca sul linguaggio parlato realizzata da psicologi Usa e pubblicata su Nature Human Behavior.

* Credit foto sopra: Kevin Lanning, Florida Atlantic University
* Credit foto sopra: Kevin Lanning, Florida Atlantic University

• IL LIVELLO DELL’EGO E LE PAROLE
Gli autori dello studio hanno utilizzato 44mila brevi testi parlati raccolti in 25 anni dal Washington University Sentence Completion Test (Wusct), uno strumento che psicologi e psichiatri utilizzano da tempo per misurare l’Ego level. Per l’analisi dei linguaggi i ricercatori si sono serviti del Linguistic Inquiry and Word Count (Liwc), un sistema validato che, sulla base del conteggio delle parole e la valutazione della sintassi di testi, costruisce 81 categorie di linguaggio.

• DA ME A MA
Dall’analisi dei risultati – si legge in una nota di commento allo studio rilasciata dalla Florida Atlantic University, una delle istituzioni coinvolte dall’indagine – è emerso per esempio che nel corso della maturazione dell’Ego si passa da un linguaggio egocentrato, ricco di pronomi personali come io o me (in inglese I, me) a uno stile linguistico nel quale compaiono più spesso termini indicativi di complessità come “ma” o “sebbene”, “nonostante”. E, ancora, che le categorie Liwc associate agli impulsi (definite da parole che esprimono rabbia, parolacce…) corrispondono a livelli di Ego più precoci. Al contrario della lunghezza delle frasi, che invece si accompagnerebbe a stadi di maggiore maturità.

• UN DIAGRAMMA
Secondo gli autori è possibile costruire la sequenza di sviluppo dell’Ego utilizzando un diagramma (vedi immagine fornita dalla Florida Atlantic) che visualizza parole raggruppate in aree distinte da colori diversi. Nel diagramma il livello di Ego progredisce in senso orario, iniziando dallo stadio di minore maturità (impulsivo, una fase che corrisponde a un linguaggio più egocentrato), attraversando livelli intermedi (conformista, consapevole…) per arrivare al livello autonomo/integrato. “Se lo sviluppo dell’Io può essere valutato sulla base del linguaggio quotidiano – ha detto Kevin Lanning, autore principale dello studio e professore di psicologia alla Florida Atlantic University – il contenuto dei testi, da quelli dei  feed di Twitter ai discorsi politici, dalle storie per bambini ai piani strategici, può fornirci nuovi approfondimenti sul nostro stato di sviluppo morale, sociale e cognitivo”.

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