
Tuttavia non è un abbandono dell’obiettivo. Al contrario, è un rilancio. L’atterraggio propulsivo è semplicemente ritenuto inadeguato all’approdo. Secondo Musk bisognerà sfruttare altri metodi: “C’è stato un tempo in cui ho pensato che l’approccio Dragon fosse giusto – ha spiegato – adesso invece credo che non sia quello adeguato. Ce n’è uno decisamente migliore. Quello che la nuova generazione di astronavi e razzi prodotti da Space X garantiranno”. Quale, nel dettaglio, è difficile sapere. Come spesso accade con le visioni futuristiche del sudafricano naturalizzato statunitense. Uno dei razzi su cui si sta lavorando è però Falcon Heavy, decisamente più potente ma che tuttavia attraverserà una lunga e complicata fase di test con diverse esplosioni prima di entrare in funzione.
Più tardi, passando stavolta da Twitter, Musk si è in parte contraddetto tornando sul punto e spiegando che sì, per Marte si tenterà ancora con l’atterraggio propulsivo – cioè una discesa controllata con i retrorazzi – ma solo con un mezzo spaziale più grande e diverso dalla sonda Dragon. Anzi, dalla sua erede. La capsula Dragon 2, in fase di sviluppo per i rifornimenti alla Stazione spaziale internazionale, non avrà infatti delle zampe su cui appoggiarsi pur rimanendo in grado di effettuare un approdo di quel tipo. Insomma, per puntare al pianeta rosso occorrerà un mezzo diverso ancora tutto da progettare (o al momento tenuto segreto).
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