
Da quando è stato ritrovato, nel 1900, durante un’immersione al largo dell’isola greca di Anticitera, un complesso apparecchio a orologeria soprannominato la “macchina di Anticitera” ha rapito la fantasia di chiunque, dagli archeologi ai fissati di UFO.
Le teorie scaturite sono passate dal ritenerlo un semplice orologio, a digressioni barocche al fatto che potrebbe essere un regalo all’umanità da parte degli alieni. Nel frattempo, i ricercatori hanno cercato di comprendere l’utilizzo effettivo del meccanismo, decifrando le iscrizioni in greco antico che lo accompagnano e le loro conclusioni sono allucinanti tanto quanto la teoria più spinta.
Una serie di scansioni digitali sofisticate eseguite nel corso di un intero decennio indicano che la macchina di Anticitera sarebbe “una sorta di guida filosofica alla galassia, e forse il più antico computer meccanico del mondo.”
Iscrizioni in greco antico su un frammento della macchina di Anticitera. Immagine: Image: Getty Images
La scoperta indica che i greci del 200 a.C. conoscevano un tipo di tecnologia avanzata e davvero sofisticata, possibilmente migliaia di anni in anticipo sui tempi.
“Questi minuscoli messaggi sono davvero importanti per noi,” ha detto ad Associated Press il ricercatore Alexander Jones. “Rappresentano dettagli utili, perché risalgono a un periodo di cui sappiamo molto poco per quanto riguarda gli studi astronomici dei greci, e praticamente nulla delle tecnologie che usavano, fatta eccezione per ciò che abbiamo imparato da qui.”
Le funzioni della macchina di Anticitera, che il gruppo di ricerca descrive come uno strumento didattico, erano incredibilmente particolareggiate. La macchina tracciava il percorso del Sole e della Luna, la loro posizione rispetto allo Zodiaco e le posizioni di cinque pianeti già noti ai greci: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Lo strumento era anche in grado di prevedere le eclissi solari.
Riproduzione della macchina di Anticitera realizzata nel 2007. Immagine: Mogi Vicentini/Wikimedia Commons
Il gruppo di ricerca ha iniziato a esaminare da vicino il dispositivo nel 2004, con lo scopo specifico di capirne il funzionamento. Servendosi di raggi-X e di tecnologie di scanning sofisticate, hanno passato al setaccio gli 82 frammenti, ottenendo un quadro ricco della natura dell’artefatto. Secondo Mike Edmunds, membro del gruppo di ricerca, non era “un giocattolo,” ma uno strumento molto più serio.
Nonostante i ricercatori ora sappiano più cose che mai sulla macchina di Anticitera, c’è ancora tanto da scoprire a proposito. La nave naufragata su cui sono stati rinvenuti i frammenti che è stata ritrovata 115 anni fa giace ancora a 45 metri di profondità nel mare e gli archeologici stanno cercando di nuovo la sua posizione esatta. Il gruppo di ricerca che ha contribuito a una nuova interpretazione del dispositivo spera che vengano recuperati presto nuovi frammenti. Magari anche qualche altro marchingegno misterioso.
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