Il terribile burrunjor

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Tra le tante, sconcertanti creature che popolano il variegato mondo della criptozoologia, una delle meno note, ma la cui reale esistenza creerebbe maggior clamore, è forse il burrunjor.

Questo animale, già raffigurato in varie occasioni nelle pitture rupestri degli Aborigeni australiani, è stato altresì avvistato diverse volte dai residenti europei tra la Terra di Arnhem, nella punta settentrionale del Territorio del Nord, ed il Queensland occidentale, in Australia, in una zona selvaggia ed ancora in buona parte inesplorata.

Da sempre gli indigeni temono ed evitano accuratamente le aree che sanno essere infestate da questa creatura da incubo, un rettile lungo circa 20 piedi (più o meno 6,50 metri) che si sposterebbe sulle due poderosissime zampe posteriori, munite di tre dita, avrebbe quelle anteriori molto piccole e sarebbe munito di una bocca dalle fauci terrificanti: sembrerebbe il ritratto perfetto di un tirannosauro. Viene spontaneo tendere a scartare immediatamente un’ipotesi tanto estrema, tuttavia gli avvistamenti di questa bestia, o delle sue orme, non sono pochi e sembrano tutti assai circostanziati.

Impronte gigantesche a tre dita, di cui quella interna più lunga delle altre, sono state ritrovate in diverse parti dell’Australia: nel 1950 a nord di Burketown (Queensland) e nella terra di Arnhem, nel 1960 a nord di Mount Isa (Queensland) e di Alice Springs (Territorio del Nord), nel 1979 ancora a nord di Burketown, nel 1980 nel distretto di Kamuna.

Tuttavia sono gli avvistamenti di questa bestia quelli che colpiscono maggiormente.

Uno dei più antichi risale al 1922, quando alcuni allevatori locali scorsero uno di questi mostri a nord di Cloncurry (Queensland), mentre avanzava su due zampe, muovendo la sua coda da un lato all’altro.

Nel 1957, presso il fiume McArthur, nel Territorio del Nord, verso il tramonto il bestiame al pascolo entrò improvvisamente nel panico e si diede alla fuga. Gli allevatori non riuscirono a capire cosa avesse tanto terrorizzato gli animali, ma alcuni udirono una sorta di grosso grugnito o di potenti fusa, ed altri distinsero un’enorme sagoma che correva attraverso una macchia lì vicino. All’alba furono rinvenute le carcasse di diverse mucche mutilate e mezzo divorate.

Nel 1961 un certo Johnny Matthews avvistò un rettile bipede della lunghezza di circa 25 piedi (8 metri) nei pressi di Lagoon Creek, nel Queensland, e lo stesso anno un mostro di pari grandezza comparve dinnanzi ad alcuni cacciatori di canguri nel corso di una tempesta di sabbia, a nord di Mount Isa, sempre nel Queensland.

Nel 1970 un burrunjor dalla pelle screziata fu avvistato molto più a sud, presso Floraville, nel Nuovo Galles del Sud, da Jack e Jane Mulholland; era lungo circa 20 piedi.

Una coppia di Aborigeni avvistò nel 1977, nel distretto di Normanton, un altro di questi animali, dalla pelle grigiastra, intento a divorare un torello.

Un caso a parte è quello accaduto nel 1982, quando, nella zona orientale della Terra di Arnhem, venne visto un rettile bipede, di colore bruno-nerastro, ma grande quanto un uomo. Forse era un giovane esemplare di burrunjor, ma si sarebbe potuto trattare anche di un varano gigante, come quello incontrato verso il 1970, sempre nella Terra di Arnhem, da Martin McAdoo, e valutato di un’altezza di circa 2,40 metri.

Infine, nel 1985 la famiglia Askey notò nei pressi della missione di Roper River, sempre nella Terra di Arnhem, una coppia di burrunjor, dal colore bruno-grigiastro e dalla lunghezza di circa 20 piedi, che si muovevano insieme.

Come si può notare, nell’insieme si tratta di avvistamenti ben particolareggiati e piuttosto coerenti tra di loro, a volte da parte di più persone, avvenuti in una vasta zona dell’Australia ancora piuttosto selvaggia e scarsamente popolata. Certo, riesce difficile prestare fede all’esistenza di un gruppo di dinosauri lunghi sino ad 8 metri ancora al giorno d’oggi, tuttavia è bene ricordare che gli Aborigeni considerano il burrunjor un animale comune, e non una creatura sovrannaturale o mitica. Del resto, anche il varano di Komodo, che abita l’omonima isola indonesiana ed è lungo sino a 3 metri, rimase sconosciuto agli Europei sino al 1908. Inoltre, il particolare rilevato dai testimoni dell’avvistamento del 1922, secondo il quale l’animale muoveva la coda da un lato all’altro, fornisce maggior credito all’ipotesi che si trattasse proprio di un tirannosauro o comunque di un terapode, in quanto costoro possedevano un muscolo che si estendeva dal femore alla punta della coda, come i coccodrilli, rendendo loro possibile tale movimento.

Infine, bisogna considerare che la sopravvivenza di alcuni dinosauri sarebbe stata molto più probabile nell’emisfero australe che in quello boreale, in quanto l’impatto del meteorite che ne avrebbe causato l’estinzione sarebbe avvenuto nel Golfo del Messico, e nel periodo in cui avvenne tale cataclisma l’Australia era posta ancora più a sud di oggi, adiacente all’Antartide.

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Informazioni su Roberto Conte 23 articoli
Nato a Taranto il 30/10/1966, laureato in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Lecce, membro dell'Associazione Culturale ACSI/Prometeo Video Lab, autore del saggio storico-biografico "Giovanni delli Ponti, un d'Artagnan tarantino", edito nel 2012 da Scorpione Editrice. Appassionato di Criptozoologia, Archeologia e di tutto ciò che ha a che vedere con il mistero.

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