
Buon compleanno, Alieni di Roswell. 8 luglio 1947, un disco volante precipita vicino a Roswell, uno o più alieni, maschi o femmine, morti o feriti, vengono recuperati dall’U.S Air Force e scompaiono nell’Area 51… Ecco la storia di una storia che sopravvive da decenni.
Oggi forse lo liquideremmo in fretta come fake news, ma nel 1947 fu un evento di una certa risonanza anche senza l’aiuto di Internet e dei social. E ancora di più lo divenne con il passare degli anni: è il cosiddetto incidente di Roswell, di cui ricorre l’8 luglio 2017 il settantesimo anniversario, che rappresenta uno dei casi più famosi di presunti complotti in chiave ufologica.
I FATTI, IN SINTESI: ai primi di luglio del 1947, agli albori della Guerra Fredda tra Usa e Urss, qualcosa cadde dal cielo nel deserto del New Mexico, a un centinaio di chilometri dalla cittadina di Roswell. Alcuni rottami furono recuperati da un abitante della zona, William Brazel, che li portò allo sceriffo, che raccontò poi la cosa al giornale locale.

A un certo punto ci si mise pure l’aviazione americana, che arrivò per recuperare i resti dell’oggetto, e qualche quotidiano iniziò a parlare di UFO. Nel giro di un paio di giorni l’aviazione emise un comunicato in cui affermava che a precipitare era stato un pallone atmosferico. E qui un minimo di cover-up, cioè di insabbiamento, in effetti ci fu: il pallone in questione (si seppe quasi 40 anni dopo) non era per rilevamenti atmosferici ma faceva parte del Mogul, un progetto (allora) top secret dell’aviazione americana per palloni d’alta quota che servivano a rilevare le onde sonore prodotte da eventuali test nucleari dei sovietici.

Nel 1980 arrivò il primo libro sul caso: The Roswell Incident. Uno dei due coautori, Charles Berlitz (parente dei fondatori della omonima scuola di lingue e lui stesso linguista), negli anni precedenti si era distinto per altri volumi su temi quali Atlantide, il Triangolo delle Bermuda e l’esperimento di Filadelfia (una nave militare che si diceva fosse stata resa invisibile nel corso della Seconda guerra mondiale). Delle due, l’una: o Berlitz credeva proprio a tutto… o aveva trovato un buon filone per vendere libri.
La frittata era fatta e servita: da quel momento in poi la leggenda di Roswell è stata alimentata e ampliata, includendo la famigerata Area 51, il truculento filmato (falso) dell’autopsia di un alieno apparso alla metà degli anni ’90 e chi più ne ha più ne metta.
Autopsia di un alieno.
IL LATO POSITIVO: a 70 anni di distanza, Roswell, pacifica cittadina del New Mexico, circa cinquantamila abitanti, è l’affermata capitale degli amanti degli Ufo. Ristoranti e bar sono a tema, e c’è perfino un McDonald’s a forma di disco volante: turisti e curiosi arrivano a frotte. Ospita il prestigioso UFO Museum, primo al mondo per importanza ufologica dopo la chiusura, nel 2011, di quello di… Istanbul! Nel 2012 Felix Baumgartner si è lanciato nel vuoto da quasi 39 km di altezza proprio nei pressi di Roswell, stabilendo il record (poi battuto) di lancio con un paracadute. Non sappiamo, però, se i resti del pallone aerostatico che ha utilizzato per arrivare in quota siano stati recuperati e classificati come top secret… [la storia continua, prima o poi].
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