A 69 anni dalla “fake news” ancora si crede agli alieni di Roswell

Vinci tutto supernealotto e giochi Sisal

A 69 anni dalla "fake news" ancora si crede agli alieni di Roswell
A 69 anni dalla "fake news" ancora si crede agli alieni di Roswell
Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM

Buon compleanno, Alieni di Roswell. 8 luglio 1947, un disco volante precipita vicino a Roswell, uno o più alieni, maschi o femmine, morti o feriti, vengono recuperati dall’U.S Air Force e scompaiono nell’Area 51… Ecco la storia di una storia che sopravvive da decenni.

Oggi forse lo liquideremmo in fretta come fake news, ma nel 1947 fu un evento di una certa risonanza anche senza l’aiuto di Internet e dei social. E ancora di più lo divenne con il passare degli anni: è il cosiddetto incidente di Roswell, di cui ricorre l’8 luglio 2017 il settantesimo anniversario, che rappresenta uno dei casi più famosi di presunti complotti in chiave ufologica.

I FATTI, IN SINTESI: ai primi di luglio del 1947, agli albori della Guerra Fredda tra Usa e Urss, qualcosa cadde dal cielo nel deserto del New Mexico, a un centinaio di chilometri dalla cittadina di Roswell. Alcuni rottami furono recuperati da un abitante della zona, William Brazel, che li portò allo sceriffo, che raccontò poi la cosa al giornale locale.

La cronaca dei fatti sul Roswell Daily Record dell'8 luglio 1947: si parla della cattura di un misterioso "piattino volante" (Flying Saucer) da parte delle forze aeree degli Stati Uniti. | WIKIMEDIA
La cronaca dei fatti sul Roswell Daily Record dell’8 luglio 1947: si parla della cattura di un misterioso “piattino volante” (Flying Saucer) da parte delle forze aeree degli Stati Uniti. | WIKIMEDIA
Nella cittadina iniziarono a circolare voci di esplosioni e di oggetti volanti: vere o false che fossero le voci, va detto che l’Atomica, la Guerra Fredda, il Fallout Nucleare, lo Spazio e i Comunisti in Casa alimentavano alla grande le isterie degli americani. Fatto sta che Brezel cominciò a pensare che forse le voci si riferivano al suo ritrovamento.

A un certo punto ci si mise pure l’aviazione americana, che arrivò per recuperare i resti dell’oggetto, e qualche quotidiano iniziò a parlare di UFO. Nel giro di un paio di giorni l’aviazione emise un comunicato in cui affermava che a precipitare era stato un pallone atmosferico. E qui un minimo di cover-up, cioè di insabbiamento, in effetti ci fu: il pallone in questione (si seppe quasi 40 anni dopo) non era per rilevamenti atmosferici ma faceva parte del Mogul, un progetto (allora) top secret dell’aviazione americana per palloni d’alta quota che servivano a rilevare le onde sonore prodotte da eventuali test nucleari dei sovietici.

Uno degli alieni di Roswell conservato in una teca (vedi).
Uno degli alieni di Roswell conservato in una teca (vedi).
Complotto! In ogni caso tutto sarebbe finito così, senza ulteriori strascichi né riflettori, se alla fine degli anni ’70 Stanton Friedman, un fisico americano che aveva abbandonato da alcuni anni il proprio lavoro per dedicarsi all’ufologia a tempo pieno, non avesse rispolverato il quasi dimenticato “incidente di Roswell” in chiave aliena. Affermando che ciò che era caduto a Roswell era un’astronave extraterrestre, che erano stati recuperati dei corpi e che tutto era stato messo a tacere dai militari e dal Governo, grazie a un’abile controllo delle informazioni.

Nel 1980 arrivò il primo libro sul caso: The Roswell Incident. Uno dei due coautori, Charles Berlitz (parente dei fondatori della omonima scuola di lingue e lui stesso linguista), negli anni precedenti si era distinto per altri volumi su temi quali Atlantide, il Triangolo delle Bermuda e l’esperimento di Filadelfia (una nave militare che si diceva fosse stata resa invisibile nel corso della Seconda guerra mondiale). Delle due, l’una: o Berlitz credeva proprio a tutto… o aveva trovato un buon filone per vendere libri.

La frittata era fatta e servita: da quel momento in poi la leggenda di Roswell è stata alimentata e ampliata, includendo la famigerata Area 51, il truculento filmato (falso) dell’autopsia di un alieno apparso alla metà degli anni ’90 e chi più ne ha più ne metta.

Autopsia di un alieno.

IL LATO POSITIVO: a 70 anni di distanza, Roswell, pacifica cittadina del New Mexico, circa cinquantamila abitanti, è l’affermata capitale degli amanti degli Ufo. Ristoranti e bar sono a tema, e c’è perfino un McDonald’s a forma di disco volante: turisti e curiosi arrivano a frotte. Ospita il prestigioso UFO Museum, primo al mondo per importanza ufologica dopo la chiusura, nel 2011, di quello di… Istanbul! Nel 2012 Felix Baumgartner si è lanciato nel vuoto da quasi 39 km di altezza proprio nei pressi di Roswell, stabilendo il record (poi battuto) di lancio con un paracadute. Non sappiamo, però, se i resti del pallone aerostatico che ha utilizzato per arrivare in quota siano stati recuperati e classificati come top secret… [la storia continua, prima o poi].

Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM

Ricerca in Scienza @ Magia

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Inviami gli Articoli in Email:

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.