
Le cellule uovo potrebbero selezionare attivamente alcuni tipi di spermatozoi. Una nuova ricerca sostiene che le cellule sessuali femminili siano meno docili e passive di quanto si credesse: l’incontro fatale con gli spermatozoi potrebbe essere meno casuale del previsto.
La visione classica della fecondazione vede la cellula uovo attendere pazientemente l’arrivo degli spermatozoi, impegnati in una faticosissima lotta per la sopravvivenza. Ma una ricerca di recente pubblicata su Genetics sembra suggerire una versione diversa della storia: gli ovuli femminili potrebbero esercitare una forma di selezione degli spermatozoi geneticamente migliori, e avere quindi un ruolo attivo nello scegliere il corredo genetico dell’eventuale prole.
Se confermata, l’ipotesi farebbe in parte scricchiolare alcuni assunti delle leggi della genetica, e proverebbe che alcuni preconcetti culturali sono riusciti a influenzare persino gli studi in biologia.
QUELLO CHE SAPPIAMO. Per la seconda legge di Mendel o legge della segregazione, quando un individuo produce gameti, le due copie di un gene (alleli) si separano, in modo che ciascun gamete riceva soltanto una copia. Se entrambi i genitori sono eterozigoti, cioè recano coppie di alleli diversi per un dato gene, allora metà della prole sarà eterozigote. Un quarto sarà omozigote (riceverà cioè la stessa versione di ogni gene da entrambi i genitori) e un quarto sarà omozigote con due copie dell’altra versione.
Se la fertilizzazione fosse davvero casuale, le cose dovrebbero andare così. Ma se un qualche meccanismo potesse intervenire nel gioco delle preferenze, allora queste percentuali non funzionerebbero più.
VARIABILE INASPETTATA. Mentre studiava l’ereditarietà di due geni implicati nell’insorgenza di cancro ai testicoli nei topi, Joe Nadeau, genetista del Pacific Northwest Research Institute, ha trovato due esempi che indicavano una fertilizzazione tutt’altro che casuale.
Certe coppie di geni ereditati dai genitori, risultavano infatti più ricorrenti di altre. Dopo aver escluso spiegazioni alternative, lo scienziato ha concluso che le cellule uovo potrebbero selezionare attivamente gli spermatozoi da cui farsi fecondare.
PREFERENZE ESPLICITE. Questa intuizione è in parte supportata da quanto osservato nel mondo animale. Nelle specie in cui la fecondazione avviene all’esterno del corpo dei genitori, le cellule uovo hanno un rivestimento proteico che sembra contenere segnali chimici in grado di attrarre certi tipi di spermatozoi.
PREGIUDIZI STORICI. Anche nelle specie di rettili, pesci, uccelli e anfibi in cui la fecondazione è interna, ma i partner sono più d’uno, le femmine hanno strategie per favorire gli spermatozoi di partner specifici. Ma all’interno di uno stesso eiaculato, la gara sembrava finora affidata al caso. Le ricerche di Nadeau suggeriscono invece che sia è così: l’immagine di una cellula uovo remissiva, in balia del miglior corridore, sembra frutto di decenni di scienza “al maschile”.
MA COME FANNO? Due i possibili meccanismi con cui gli ovuli potrebbero dirigere la scelta. La prima ipotesi è che il metabolismo della vitamina B, una molecola che ha un ruolo fondamentale nel concepimento, possa influire su quanto cellula maschile e femminile “si piacciono”. La seconda è che, poiché gli spermatozoi maschili sono spesso già presenti nel tratto riproduttivo femminile prima della divisione finale che produce l’ovulo, essi mandino segnali capaci di influenzare le successive “preferenze” della cellula sessuale femminile.
Lascia un commento