
La censura americana sui cambiamenti climatici. L’Amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha agito su molte agenzie governative, che hanno dovuto adeguarsi a un nuovo corso negazionista sui cambiamenti climatici.
L’anno scorso, il 19 gennaio, l’Environmental protection agency (EPA, l’agenzia Usa per la protezione dell’ambiente) iniziò a rimuovere molte informazioni chiave sui cambiamenti climatici dal suo sito web: a distanza di un anno risulta evidente la carenza di informazioni chiave sulla questione.

Tuttavia un’altra agenzia Usa, l’Environmental Data & Governance Initiative(EDGI) ha accuratamente documentato tutte le variazioni: la rimozione (o revisione) dei documenti ufficiali, delle pagine del sito EPA e dei riferimenti ad altri siti web correlati al discorso sui cambiamenti climatici. L’EPA (fino ad allora principale fonte di informazioni sul tema) non è infatti l’unica agenzia governativa ad avere “rimosso o ridimensionato il problema”: lo hanno fatto anche il dipartimento dell’energia (DOE) e il dipartimento di Stato.

Alcune pagine sono invece state del tutto rimosse, come l’area dedicata agli studenti. Un’altra importante sezione a essere stata completamente snaturata è “Climate and Energy Resources for State, Local and Tribal Governments”, che nella nuova versione ha perso il “Climate” insieme a un numero imprecisabile di documenti e dati scientifici.

VERA, SCIENTIFICA CENSURA. L’EPA, come sostiene Scienceaf in questa pagina dinamica che mostra graficamente i cambiamenti, non è l’unico soggetto ad avere sofferto dei diktat del 45° Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sui cambiamenti climatici, e molti siti sono semplicemente scomparsi.
Regina McCarthy, a capo dell’EPA durante la presidenza Obama, ha chiaramente affermato, in una recente un’intervista al Time, che «censurare i dati scientifici non rende le minacce meno reali, ma ha l’unico scopo di nascondere il problema agli americani, così che l’amministrazione Trump possa intraprendere un pericoloso assalto alle misure che dovrebbero invece salvaguardare la salute di tutti gli americani».
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