Con il decreto omnibus è iniziata la cattura del granchio blu

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Pesca, il governo dichiara guerra al granchio blu. Nel decreto d’estate stanziati i fondi per proteggere cozze, vongole, ostriche e allevamenti di orate e spigole.

Il governo dichiara guerra al granchio blu. Il Callinectes sapidus, questo il nome scientifico del piccolo crostaceo (15 cm di lunghezza e 23 cm di larghezza) originario dell’Atlantico del Nord e che ha invaso anche il mar Mediterraneo, è diventato un problema per l’intero ecosistema dei mari italiani e di conseguenza per la nostra industria della pesca.

Pesca, il governo dichiara guerra al granchio bluIl granchio blu è arrivato nei mari italiani dalla sponda occidentale dell’oceano Atlantico. Inizialmente avvistato nel mare adriatico ormai non è difficile incontrarlo in quasi tutte le regioni italiane. Inizialmente di casa tra Trieste a Venezia, nel 2022 è comparso lungo le coste laziali e in questa estate del 2023 il granchio Blu ha infestato anche la Toscana, dalla laguna di Orbetello all’isola d’Elba.

Crostaceo onnivoro e prelibato

Si tratta di animali onnivori e piuttosto aggressivi. Si nutrono di tutto ciò che riescono a catturare: bivalvi, anellidi, avannotti, carogne e piante. Vivono anche in acqua dolce e, ironia della sorte, sono anche considerati una prelibatezza dal punto di vista culinario. Tanto che mentre l’Italia dichiara guerra al crostaceo infestante in America è considerata una razza protetta a tal punto che scattano le multe per chi pesca esemplari sotto misura ossia inferiori a 14 cm di lunghezza.

L’allarme delle imprese

Sarà anche buono ma per le imprese ittiche e dall’acquacoltura il granchio blu è ormai una minaccia reale. L’ultimo grido di allarme è arrivato il 27 luglio scorso da Federagripesca che ha denunciato come il proliferare del granchio blu sia ormai un serio problema per l’intera filiera in quanto si ciba di molluschi e novellame. A rischio, dunque, la produzione di vongole, cozze e ostriche tanto che gli stessi produttori hanno denunciato danni oltre il 50% per un settore che ogni anno muove circa 100 milioni di fatturato. A farne le spese è anche l’itticoltura che a più riprese ha lanciato l’allarme al governo per la razzia di pesci che il granchio blu compie negli allevamenti.

L’intervento del Governo

Allarme raccolto dal governo tanto che al prossimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva nel decreto omnibus potrebbe trovare una norma su misura che stanzia 2,9 milioni di euro per dare la caccia al crostaceo blu.

Secondo quanto prevede la norma che dovrebbe arrivare sul tavolo di Palazzo Chigi per contenere il fenomeno della diffusione della specie granchio blu e di «impedire l’aggravamento dei danni inferti all’economia del settore ittico», è autorizzata la spesa di 2,9 milioni di euro per sostenere i consorzi e le imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura ed allo smaltimento del Callinectes sapidu.

A finanziare la guerra al granchio blu sarà il ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che con un decreto del ministro dovrà individuare le aree geografiche colpite dall’emergenza, i beneficiari, le modalità di presentazione delle domande, i costi ammissibili e poi i criteri per la distribuzione dei fondi.

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