
Trentanove delfini e due balene sono morti spiaggiandosi sulle spiagge di Mauritius. Gli attivisti ambientali sostengono che le morti sono state causate dalla fuoriuscita di greggio dalla nave di proprietà giapponese o dalle scelte sbagliate, secondo quanto riportano, delle autorità che hanno deciso di affondare una parte della nave spezzata.
Mauritius, il paradiso avvelenato dal carburante: il disastro ecologico vista dal drone
In una conferenza stampa venerdì, il ministro della pesca Sudheer Maudhoo ha detto che sono state riscontrate delle ferite sui corpi dei mammiferi, forse causate da attacchi di squali, e che nello stomaco non c’erano tracce del carburante disciolto in mare. I pesci comunque sono stati trovati proprio nell’area del disastro. Le autopsie stanno continuando e i campioni sono stati inviati a un laboratorio per ulteriori test.
Il tremendo impatto ambientale sulle isole Mauritius non si ferma quindi. Quando sono stati ritrovati i delfini morti, ce n’erano alcuni sopravvissuti che facevano molta fatica a nuotare. All’inizio di questo mese una nave cargo giapponese si è incagliata su una barriera corallina a circa 10 chilometri da Grand Sable, riversando oltre mille tonnellate di carburante nelle acque incontaminate.
Lascia un commento