Nell’ora di educazione civica si aiuta lo sviluppo emotivo

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Aiutare i ragazzi con l’intelligenza emotiva. Gestire meglio le emozioni, crescere aprendosi agli altri: un convegno a Roma dove saranno raccontate alcune esperienze sul campo. Pensando anche a come potrà essere arricchita a scuola l’ora di educazione civica.

“L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le emozioni tanto interiormente, quanto nelle nostre relazioni”. La definizione di Daniel Goleman, psicologo e scrittore americano, ci aiuta a presentare un convegno che si terrà il 2 luglio a a Palazzo San Macuto, Sala del Refettorio via del Seminario 76 dalle 15 alle 18: “Crescere i cittadini di domani”. Un convegno per esplorare l’importanza dell’intelligenza emotiva in tutti i contesti di crescita di bambini e ragazzi e per la sensibilizzazione delle Istituzioni, del mondo scolastico e di tutte le agenzie educative sui temi delle emozioni, dell’empatia e della costruzione di relazioni sane.

Il Parlamento Italiano ha recentemente approvato il Ddl sulla reintroduzione obbligatoria dell’ora di educazione civica nelle scuole italiane. C’è quindi necessità di formare i docenti ed aggiornare i programmi al più presto. All’interno del Ddl, è stata recepita una mozione avanzata dall’On. Maria Teresa Bellucci (Fratelli d’Italia), che spinge ad adottare iniziative per preparare i giovani a svolgere in modo attivo il proprio ruolo di cittadini nelle società democratiche attraverso l’inserimento nei curricula scolastici dell’educazione all’intelligenza emotiva e sociale, affinché gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado possano sviluppare le proprie capacità sociali, imparino a riconoscere e verbalizzare le emozioni, a gestirle e a prevenire e risolvere i conflitti.

Al convegno, dopo i saluti istituzionali, Lorenzo Fariselli, per Six Secondo Italia, porterà una definizione pratica di Intelligenza Emotiva, in rapporto alle più moderne teorie neuroscientifiche. Sveva Perciabosco per CoachUrself spiegherà più nel dettaglio l’applicazione del modello di Intelligenza Emotiva di Six Seconds in ambito educativo e scolastico. A seguire, due panel di esperti, afferenti al mondo della scuola, dell’associazionismo e del volontariato, che racconteranno alcuni progetti in essere o in cantiere (da quelli di Save The Children all’associazione che lavora nell’Amatrice del post-terremoto), in cui l’allenamento delle competenze socio-emotive detiene un ruolo da protagonista per soddisfare le esigenze educative ed i bisogni relazionali di bambini e adulti.

Come spiega il Regional Network Director di Six Seconds in Italia, Lorenzo Fariselli “L’intelligenza emotiva è la capacità di sfruttare l’informazione emozionale per essere più consapevoli, intenzionali e strategici. Si tratta di una competenza chiave per il mondo aziendale secondo il World Economic Forum, ma noi sappiamo che lo è in tutti gli ambiti della nostra vita e le più attuali teorie neuroscientifiche ce lo confermano. Allenare l’intelligenza emotiva sin da piccoli permette crescere donne e uomini pronti ad affrontare le sfide del futuro, reciprocamente connessi, rispettosi verso sé stessi e gli altri: per questo non posso che essere grato all’On. Bellucci per questo invito, e ancor di più per aver dato impulso all’inserimento delle competenze socio-emotive all’interno dei programmi scolastici”.

Per  Sveva Perciabosco, Responsabile Education di CoachUrself  “lavorare fin dalla scuola primaria sulle competenze socio-emotive porta un miglioramento significativo nel clima di classe e fornisce agli insegnanti strumenti essenziali per una migliore gestione e sinergia. Lavorare sulla consapevolezza emotiva aiuta i ragazzi ad avere un maggior focus su obiettivi importanti e ad acquisire strumenti per perseguirli, migliorando nel rendimento scolastico e nelle relazioni con i compagni riducendo di conseguenza fenomeni di dispersione e bullismo, senza peraltro mettere l’attenzione su questi fenomeni ma agendo piuttosto sulle cause che li generano, strettamente correlate con la sfera emotiva. Tutto questo avviene attraverso l’utilizzo di strumenti solidi, tangibili, misurabili e scientificamente validati.”

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