
L’appello di Mattarella per la cybersicurezza: “Gli Stati hanno l’obbligo di difendere dagli attacchi web”. “Non dobbiamo cadere nella trappola di pensare di potere irreggimentare i nostri concittadini orientandoli, ma stimolare la loro libertà e il loro spirito critico”, così il capo dello Stato durante il meeting in Lettonia.
“LE CONSEGUENZE di attacchi informatici possono essere disastrose: sui sistemi informatici pubblici, sulle banche, sui sistemi elettorali, sui sistemi sociali e sanitari. E la possibilità che grandi gruppi criminali, o anche Stati con atteggiamento ostile, possa provocare questi danni disastrosi è davvero allarmante per tutti”. L’allarme arriva dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto durante il vertice “Arraiolos” che si svolge a Riga, in Lettonia, tra 13 capi di Stato europei su un problema quanto mai attuale e globale, la cybersecurity.
La vera difesa dagli attacchi web è lo spirito critico dei cittadini che non devono essere irregimentati, ha ricordato il capo dello Stato intervenendo insistendo sul principio fondante della sicurezza di una nazione: la libertà. Contro i cyberattacchi “la cosa più importante, a mio avviso, è creare gli anticorpi della società, cominciando dalla scuola, dalla continua formazione dell’uso del web. Cioè la vera difesa e il vero anticorpo contro le insidie cibernetiche è anzitutto lo spirito critico dei cittadini”.
“Per questo – ha proseguito Mattarella – non dobbiamo cadere nella trappola di pensare di potere irreggimentare i nostri concittadini orientandoli, ma dobbiamo stimolare la loro libertà e il loro spirito critico perché questa è l’unica difesa effettiva che nelle società si può avere nei confronti delle insidie cibernetiche”.

Il Presidente della Repubblica ha ricordato che “vi sono responsabilità dello Stato: contrastare queste insidie, questi attacchi e queste possibilità; responsabilità delle comunità internazionali; ma vi sono anche gli strumenti per rendere i cittadini reattivi rispetto a questi pericoli. E questo richiama i nostri valori di fondo, quelli che motivano e hanno dato vita all’Unione europea: le libertà, i diritti civili, i diritti fondamentali”.”Abbiamo avuto fin qui, in Europa, lunghi decenni di pace e però adesso – ha aggiunto Mattarella – si sono moltiplicate le minacce, diverse, nuove, a questa condizione: sono minacce complesse che riguardano non soltanto la sicurezza dello Stato ma quella dei singoli cittadini e del lavoro complesso organizzato in società”.
Non si tratta solo di sicurezza dei dati, rispetto a sistemi informatici che possono essere presi mira da hacker. Perché l’intervento di Mattarella fa pensare anche a una vulnerabilità diffusa e negli ultimi tempi presa di mira attraverso i social spesso in maniera mirata, massiccia e subliminale. E’ l’ombra dei troll scatenati per orientare l’opinione pubblica a colpi di ingiurie. Lo stesso Mattarella nel maggio scorso lo scorso 30 maggio, proprio nelle ore in cui il Capo dello Stato espresse il suo “no” alla candidatura di Paolo Savona come ministro dell’Economia, fu bersaglio di un attacco su Twitter. Allora, in una manciata di secondi, si registrarono circa 400 nuovi profili, tutti riconducibili ad un’unica origine, dai quali partirono migliaia di messaggi di insulti e di inviti alle dimissioni nei confronti del Presidente della Repubblica.
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