
Il 28 ottobre 1943 l’USS Eldridge scomparve realmente dal molo di Philadelphia?
L’esperimento di Philadelphia, ancora poco conosciuto a causa della segretezza e del silenzio mantenuto sulla vicenda fino al 1955, quando Morris Jessup, successivamente trovato morto nella sua auto, dichiarò di aver ricevuto 3 lettere firmate da un testimone oculare dell’esperimento, faceva parte del Progetto Arcobaleno della Marina Militare americana e si svolse, senza che nessuno dei militari coinvolti sapesse di essere oggetto di rischiosi test top secret, il 28 ottobre 1943 presso il molo di Philadelphia.
All’esperimento partecipò anche Albert Einstein, affascinato dall’essere testimone della più grande conquista dell’umanità e teorici stessi dell’esperimento grazie alla loro estrema intelligenza e conoscenza della fisica e dell’elettromagnetismo.
Il Progetto Arcobaleno, che alla fine portò al triste epilogo dell’esperimento Philadelphia, era un progetto top secret della Marina americana e puntava a far diventare “invisibile” un oggetto grazie ad una deformazione del flusso della luce tramite l’elettromagnetismo.
Secondo le fonti ufficiali che parlano di questo esperimento, tra cui anche alcuni testimoni e qualche sopravvissuto, l’idea principale era quella di riuscire ad ottenere l’invisibilità della USS Eldridge, il cacciatorpediniere utilizzato per l’esperimento Philadelphia, mentre si scoprì accidentalmente, e sulla pelle dei poveri marinai sulla nave, il teletrasporto.
Altre fonti invece sono pronte a giurare che il Progetto Arcobaleno fu istituito proprio per mettere a punto una tecnologia in grado di spostare, teletrasportandoli, oggetti e individui a grandi distanze.
Insomma, militari e nave sarebbero stati utilizzati come cavie da laboratorio, con l’approvazione dei servizi segreti americani e del pentagono, per fini di sperimentazione.
Durante l’esperimento di Philadelphia, avvenuto nell’autunno del 1943, l’USS Eldridge scomparve dal molo di Philadelphia, in Pennsylvania, per comparire nel molo di Norfolk, in Virginia, dove venne identificata chiaramente dai testimoni presenti sul luogo. Dalla Virginia poi ritornò nell’arco di pochissimi minuti nel mare della Pennsylvania, rendendo, almeno così sembrava, positivo l’esito dell’esperimento di Philadelphia agli occhi di tutti coloro che lo avevano fortemente voluto sperimentare.
Purtroppo però non era andata così e l’esperimento riuscì solo in parte: all’interno della nave infatti non furono mai ritrovati alcuni marinai, che scomparvero nel nulla, e 5 sfortunati ragazzi dell’equipaggio furono trovati fusi con il metallo stesso della nave.
Nel prossimo articolo sull’esperimento di Philadelphia parleremo di Alfred Bielek (morto nel 2011) che, nel 1990, rivelò in una conferenza di essere uno dei pochissimi sopravvissuti del progetto Philadelphia dichiarando che, il 28 ottobre 1943, fu teletrasportato nel futuro (esattamente nel 2137) per poi tornare nel passato con il compito ben preciso di spegnere l’apparecchiatura ancora attiva e funzionante a bordo della nave.
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