
I ricercatori dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie (Iac), che lo hanno descritto sulla rivista Nature, lo considerano fondamentale per calcolare la quantità di materia che viene espulsa da un buco nero.
Per i due principali autori della ricerca Teo Munoz Darias e Jorge Casares, entrambi dello Iac, “lo studio di questo fenomeno ci permetterà di capire come i buchi neri divorano la materia”.
La nube, composta da elio e idrogeno, è stata osservata grazie al Gran Telescopio Canarias (Gtc), dell’Osservatorio internazionale del Roque de los Muchachos Observatory nelle Canarie, a La Palma.
Il buco nero che l’ha generata si trova nella costellazione del Cigno, dalla quale prende il nome (V404 Cygni), è distante 8.000 anni luce dalla Terra e ha una massa pari a 10 volte quella del Sole. Il disco di materia che lo circonda un raggio di 10 milioni di chilometri e il vento che lo attraversa è così forte da trascinare via i gas così in fretta da strapparli alla fortissima attrazione gravitazionale esercitata dal buco nero.
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