
Dopo aver spopolato in Cina, arriva anche in occidente Meitu, una app di fotoritocco con la particolarità di far sembrare i soggetti fotografati dei personaggi di un fumetto giapponese. L’applicazione Made in China, che consente di giocare con effetti come ‘fiaba’ e ‘angelico’, aggiungere sfondi di petali e fiori, sta però facendo sollevare dubbi sulla tutela della privacy degli utenti.
Alcuni esperti di sicurezza hanno infatti criticato l’ingente mole di dati raccolti dalla app. Agli utenti Android, in fase di installazione Meitu chiede il permesso di accedere non solo alla fotocamera e al rullino dello smartphone, ma anche a informazioni non necessarie all’uso dell’app come il numero di telefono o la posizione geografica, le chiamate e le connessioni wi-fi.
BeautyCam e le altre: app per ”abbellire” i selfie

Meitu, compagnia cinese, sta facendo fortuna sviluppando applicazioni ad hoc per ritoccare autoscatti e video su smartphone che contano un miliardo di download. La sua popolarità è emblema di un fenomeno non solo asiatico: i selfie. Apparire al meglio è desiderio comune, basta dare un’occhiata alle decine di applicazioni che affollano tanto lo store di Google quanto quello della Mela. Alcune offrono dei filtri, altre trasformano il cellulare in magici bisturi, matite e pennelli da cipria

Meitu, compagnia cinese, sta facendo fortuna sviluppando applicazioni ad hoc per ritoccare autoscatti e video su smartphone che contano un miliardo di download. La sua popolarità è emblema di un fenomeno non solo asiatico: i selfie. Apparire al meglio è desiderio comune, basta dare un’occhiata alle decine di applicazioni che affollano tanto lo store di Google quanto quello della Mela. Alcune offrono dei filtri, altre trasformano il cellulare in magici bisturi, matite e pennelli da cipria


Meitu, compagnia cinese, sta facendo fortuna sviluppando applicazioni ad hoc per ritoccare autoscatti e video su smartphone che contano un miliardo di download. La sua popolarità è emblema di un fenomeno non solo asiatico: i selfie. Apparire al meglio è desiderio comune, basta dare un’occhiata alle decine di applicazioni che affollano tanto lo store di Google quanto quello della Mela. Alcune offrono dei filtri, altre trasformano il cellulare in magici bisturi, matite e pennelli da cipria
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