Le Banche Centrali lavorano a un Bitcoin di Stato. Nel Global Financial Stability Report il Fondo Monetario spiega che i governatori stanno studiando una nuova forma di moneta elettronica con alle spalle gli Istituti Centrali, responsabili dell’emissione.Come dice quel vecchio proverbio se hai un nemico e non riesci a batterlo è meglio che te lo faccia amico. Così di fronte all’assalto delle valute elettroniche “private” le Banche centrali, cui gli Stati e i mercati hanno affidato il compito negli ultimi trecento anni di stampare moneta, corrono ai ripari. Il “Bitcoin” pubblico si chiamerà CBDC, Central bank digital currencies e, come informa il “Global Financial Stability Report”, pubblicato dall’Fmi qui a Washington, i “governatori” sono già al lavoro. Nel gruppo di testa c’è la Swedish Riksbank, che da un paio di anni ha annunciato i primi esperimenti per il 2018: ad aprire la strada è la più antica banca centrale del mondo (fondata prima della Bank of England), l’istituto che peraltro assegna il premio Nobel per l’economia. Si muovono, come riassume l’Fmi, anche la Bank of Canada, la People Bank of China, e l’istuto centrale di Singapore.
Il Bitcoin di Stato, sarà un vero e proprio conio e non un semplice accredito di moneta elettronica, e potrà essere cambiato alla pari con le altre banconote. Per capire la differenza tra la semplice moneta elettronica che oggi usiamo con carte di credito e prepagate e le nuove CBDC un paper della Banca di Svezia fa il seguente esempio: se oggi perdete una carta di credito, e nessuno la utilizza prima che la blocchiate, i vostri soldi rimangono nell’accredito sul vostro conto corrente; con la nuova moneta coniata dalla banca centrale invece se perderete la vostra tessera magnetica o il vostro portafoglio elettronico, avete perso definitivamente i vostri soldi, come se vi avessero rubato il portafoglio zeppo di banconote.
Inizialmente le nuove CBDC, di cui ancora non è stata decisa la data di emissione, si affiancheranno alle banconote e alla moneta elettronica a base di carte di credito, ma la strada che porta al futuro può subire accelerazioni improvvise. Dal punto di vista della clientela sarà più facile trasferire denaro da una parte all’altra del mondo disintermediando parzialmente le banche commerciali. Ma i central banker rimarranno i Signori della moneta.
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