
Metalli tossici negli aerosol delle sigarette elettroniche. Piombo, cromo, manganese e nichel si sprigionano dalle resistenze delle e-cig e sembrano contaminare anche i vapori inalati da chi le utilizza.
A poche settimane dallo studio che collegava le sigarette elettroniche a possibili danni al DNA (dovuti alla nicotina “svapata” e ai suoi sottoprodotti), una nuova ricerca sembra mettere in dubbio la sicurezza delle e-cig, questa volta nell’hardware.
Negli aerosol prodotti dai dispositivi e nei liquidi a contatto con la resistenza che li scalda sono stati trovati livelli significativi di metalli pericolosi per la salute, come piombo, cromo, manganese e nichel. L’inalazione cronica di queste sostanze è stata collegata a danni a polmoni, cervello, fegato e sistema immunitario e cardiovascolare.
La ricerca pubblicata su Environmental Health Perspectives non è un “accanimento” su un’abitudine che è, in ogni caso, meno deleteria del fumo di sigaretta. Piuttosto, è l’ennesima prova del fatto che “svapare” non mette al riparo da danni alla salute, e che per essere sicuri di non introdurre sostanze tossiche nell’organismo bisognerebbe evitare del tutto di inalare nicotina & affini.
Il vaporizzatore. La ricerca della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health ha esaminato le sigarette elettroniche di 56 fumatori reclutati durante congressi sulle e-cig o nei negozi specializzati a Baltimora (USA), nell’autunno del 2015. Le sigarette elettroniche usano in genere la corrente elettrica fornita da una batteria ricaricabile per alimentare una resistenza metallica che riscalda i liquidi aromatizzati contenenti nicotina e crea gli aerosol che vengono inalati.
I vapori metallici. I ricercatori hanno analizzato in laboratorio quei dispositivi e constatato la presenza di 15 diversi metalli nelle cartucce contenenti i liquidi di ricarica, nel serbatoio di liquidi attorno alla resistenza e nei vapori emanati. Come negli studi precedenti hanno trovato basse quantità di metalli tossici nei liquidi di ricarica, ma alte concentrazioni in quelli entrati a contatto con la resistenza, che si conferma come la fonte più probabile di contaminazione. Soprattutto, è stato verificato che la dispersione di metalli persiste negli aerosol ed entra quindi a contatto con l’organismo.
Contaminati. Tra i metalli più preoccupanti trovati nei vapori delle e-cig ci sono piombo, cromo, nichel e manganese, tossici quando inalati. Per esempio la concentrazione mediana di piombo negli aerosol (cioè il valore intermedio tra gli estremi di una successione finita di valori) era pari a 15 microgrammi/kg, oltre 25 volte superiore alla mediana trovata nei dispenser di ricarica – e questa è la prova che il liquido subisce una qualche trasformazione quando entra a contatto con la resistenza.
Il 50% degli aerosol conteneva livelli di piombo più alti di quelli definiti sicuri dall’Environmental Protection Agency, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente negli Stati Uniti. Anche le concentrazioni mediane di nichel, cromo e manganese si avvicinavano al limite o lo superavano.
Da dove provengono. Le resistenze delle e-cig sono in genere fatte di nichel, cromo e altri metalli: sono quindi la fonte più ovvia di queste sostanze, anche se non è chiaro da dove provengano il piombo e l’arsenico, un altro elemento altamente tossico trovato (nel liquido attorno alla resistenza e nei vapori) in 10 dei 56 dispositivi testati. Le più alte quantità di metalli sono state osservate nei dispositivi in cui la resistenza viene cambiata più spesso: sembra quindi che quelle più nuove rilascino più facilmente metalli.
Naturalmente, fumare sigarette tradizionali non rappresenta un’alternativa più sana: anzi, i polmoni dei fumatori sono pieni di metalli tossici come cadmio e piombo. Tuttavia, occorrono migliori regole per le e-cig, popolari soprattutto tra i giovanissimi o tra chi sta provando a smettere.
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