L’Europa migliora il divario di reddito con gli Usa

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Secondo il Fmi il nuovo allargamento Ue potrebbe ridurre divario redditi con Usa del 10%. L’allargamento del 2004 ha portato benefici significativi.

L’allargamento dell’Unione Europea nel 2004 ha portato significativi benefici economici per tutti i paesi membri, vecchi e nuovi, che hanno permesso di ridurre il divario di reddito tra l’Europa e gli Stati Uniti di quasi 10 punti percentuali ma da allora il gap è rimasto intorno a un terzo.

Guardando in prospettiva un nuovo allargamento dell’Unione Europea potrebbe ridurre il divario di reddito tra Europa e Stati Uniti fino a 10 punti percentuali. E” quanto e’ emerge da un’analisi del Fondo Monetario Internazionale che sottolinea come in particolare l’aumento medio del Pil pro capite e’ stato di oltre il 30% nei nuovi Stati membri dopo 15 anni grazie a vari fattori, come le riforme economiche implementate dai nuovi membri prima dell’adesione su commercio, settore finanziario e liberalizzazione dei mercati.

Inoltre i fondi di coesione dell’Ue e gli investimenti diretti esteri hanno aumentato il capitale disponibile e i nuovi membri hanno beneficiato di miglioramenti nella produttività grazie a nuove tecnologie e una maggiore istruzione.

Non tutte le regioni, tuttavia, hanno beneficiato allo stesso modo. Quelle meglio integrate nelle catene del valore con i membri preesistenti hanno visto un aumento del Pil pro capite di circa 10 punti percentuali in più rispetto a quelle meno integrate. Inoltre, regioni con migliore accesso ai finanziamenti a lungo termine hanno registrato guadagni maggiori, fino a 15 punti percentuali.

Anche i membri esistenti hanno tratto vantaggi: entro il 2019, il Pil pro capite era circa il 10% più alto rispetto a uno scenario senza allargamento, grazie soprattutto all’espansione del mercato unico, che ha permesso alle imprese di aumentare produzione ed efficienza, specialmente in Scandinavia, Germania e Austria.

Cosa significa questo per la prossima ondata di adesione all’Ue? “Una lezione fondamentale – si legge nel documento del Fondo – e’ che sia i paesi candidati all’adesione che gli attuali membri dell’Ue possono trarne beneficio se si impegnano.

Non e’ un compito facile. Richiederebbe forti riforme pre-adesione, finanziamenti significativi, determinazione politica e probabili adattamenti istituzionali. Alcuni fattori dei successi del 2004 potrebbero essere più difficili da raggiungere oggi.

Per i paesi candidati all’adesione, questo pone un premio su quelle azioni direttamente sotto il loro controllo, come lo sforzo di riforma per colmare le lacune normative e istituzionali dell’Ue.

Dal lato degli attuali membri, continuare ad approfondire il mercato unico rimuovendo le barriere commerciali interne all’Unione e far progredire l’unione del mercato dei capitali per finanziare la crescita delle aziende dinamiche amplificherebbe ulteriormente i potenziali guadagni.

Questi sforzi congiunti potrebbero non solo accelerare il recupero in Europa, ma anche aiutare a ridurre il persistente divario di reddito dell’Europa con gli Stati Uniti.

I paesi attualmente candidati a entrare nella Ue includono Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Kosovo, Moldavia e Ucraina.

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