
Ora, invece, il planisfero si sta modificando. Nel ristretto mondo della finanza, ad esempio, Wall Street guadagna il primo posto e viene proclamato come miglior centro finanziario del mondo, sorpassando Londra mentre Shanghai supera Tokyo e guadagna 25 posizioni. A certificarlo è stata la 24esima edizione dell’Indice Global Financial Centres (GFCI 24), che vlauta la competitività futura e stila una classifica dei 100 grandi centri finanziari in tutto il mondo, aggiornata ogni anno a marzo e a settembre ed è diventato nel tempo un punto di riferimento prezioso per gli investitori.
Guardando alla classifica, si evince che, e non è la prima volta, New York si colloca al primo posto, seguita a soli due punti da Londra, anche se entrambe le piazze finanziarie hanno leggermente perso quotazione. Hong Kong ora ha solo tre punti dietro a Londra, mentre Shanghai ha superato Tokyo per passare al quinto posto, guadagnando 25 punti nella classifica. Pechino, Zurigo e Francoforte sono entrate nei primi dieci centri finanziari più eccellenti, sostituendo Toronto, Boston e San Francisco. Nell’Europa occidentale, Zurigo, Francoforte, Amsterdam, Vienna e Milano (quest’ultima al 56esimo posto) hanno scalato in misura significativa la classifica: secondo gli esperti, del GFCI 24, potrebbe essere conseguenza dell’incertezza causata proprio dalla separazione con Bruxelles. Cadono invece nella classifica le piazze di Dublino, Monaco, Amburgo, Copenaghen e Stoccolma.
In Asia, hanno un andamento sostenuto le piazze di Shanghai, Sydney, Pechino, Guangzhou e GIFT City (Gujarat): Hangzhou è entrata per la prima volta nell’indice. Ci sono stati poi guadagni significativi per Astana, Budapest, San Pietroburgo e Tallinn. Astana ha ufficialmente lanciato ufficialmente il proprio centro finanziario a luglio, ed è insolito che un nuovo centro funzioni da principio così bene. Nel Medio Oriente e in Africa, Dubai, Abu Dhabi e Doha sono salite nella classifica in modo significativo: Cape Town si colloca al suo debutto al 38esimo posto. In America Latina e nei Caraibi ci sono stati risultati contrastanti. Le Bermuda, San Paolo, Città del Messico e Rio de Janeiro hanno ottenuto buoni risultati.
Ma quella finanziara non è certo l’unica partita. Chiusa quella dell’Ema, come ha raccontato la Bloomberg Amsterdam si sta proponendo agli occhi del mondo come hub per i media e le nuove tecnologie. Grazie ai lavoratori altamente qualificati e perfettamente a loro agio con l’inglese, la città olandese – che conta su una rete di collegamenti col resto del mondo che non ha nulla da invidiare agli altri – ha già convinto giganti americani quali Netflix, Uber, Amazon o Viacom a stabilire la loro presenza. Anche il miliardario Len Blavatnik ha scelto Amsterdam per il centro di sviluppo di DAZN, conosciuta da quest’anno anche in Italia perché trasmette alcune partite della Serie A. Ha assunto 300 persone, inclusi ingegneri informatici e altri profili altamente qualificati con l’obiettivo – dice l’agenzia Usa – una Netflix degli sport.

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