


Nel volo inaugurale del 2018, SpaceX era riuscita a riportare interi al suolo i due lanciatori laterali del Falcon Heavy, mentre aveva fallito nel fare altrettanto con il razzo centrale: avrebbe dovuto raggiungere una piattaforma galleggiante nell’oceano, ma mancò il bersaglio e si schiantò ad alta velocità in acqua.
In questo secondo lancio è invece filato tutto liscio e per la prima volta la società ha recuperato tutti e tre i suoi lanciatori. Il risultato è merito delle tecniche che SpaceX è riuscita ad affinare nell’ultimo anno per controllare e guidare sulla strada del ritorno i suoi razzi, ma anche ad alcune modifiche apportate agli stessi lanciatori. La loro nuova evoluzione, Block 5, è stata proprio progettata per migliorarne l’affidabilità e la sicurezza nelle fasi di rientro al suolo.
SpaceX ha fatto progressi considerevoli in poco tempo per il recupero dei suoi razzi, soprattutto se si considera che i primi tentativi in tal senso furono eseguiti appena 4 anni fa. Il primo, nel gennaio del 2015, finì con una grande esplosione del razzo, che raggiunse la piattaforma galleggiante, senza però riuscire a fermarsi. Pochi mesi dopo un altro Falcon 9 riuscì quasi a farcela, ma s’inclinò all’ultimo disintegrandosi sulla piattaforma. Dopo qualche altro insuccesso, ora SpaceX riesce quasi sempre a recuperare i suoi razzi, che vengono riutilizzati per nuovi lanci, dando la possibilità all’azienda di offrire passaggi a prezzi molto competitivi per chi vuole portare in orbita i propri satelliti.
Il Falcon Heavy ce l’ha fatta
https://youtu.be/Tk338VXcb24
Il debutto del razzo pesante di SpaceX la sera del 6 febbraio da Cape Canaveral: un’animazione mostra come dovrebbe andare – se tutto filerà liscio – e il viaggio della Tesla Roadster e del suo “passeggero” verso l’orbita marziana.
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