
Recenti studi condotti da eminenti scienziati quali Greig Hogan e Stewen Hawking, avrebbero portato alla conclusione sorprendente che il Vuoto, e quindi il “nulla”, in realtà, non esisterebbe, bensì potrebbe essere colmato da una sostanza fluida, ribattezzata Etere.
Questa affermazione, coincide, in maniera straordinaria con i vecchi concetti ottocenteschi della scuola teosofica e metafisica in cui, proprio una certa misteriosa sostanza, denominata, a quei tempi, guarda caso con il nome di “etere”, sostituendo il vuoto, consentiva la propagazione delle onde elettromagnetiche ed era ritenuta il mezzo di formazione della fenomenologia medianica.
Le recenti scoperte delle onde gravitazionali, confermando ancora una volta quanto previsto da Einstein, indicano possa esistere un “vuoto non vuoto”. L’Etere dunque, rinnovato da moderne definizioni, ritorna alla ribalta con svariate denominazioni quali:”materia oscura”, “vuoto quantistico”, “gravità a loop” e molti altri. La definizione di VUOTO SUPERFLUIDO trovo sia una delle più affascinanti in assoluto ed in questi ultimi cinque anni si è assistito a numerose ed incoraggianti sperimentazioni, le quali tendono a dimostrare, non solo l’esistenza di esso ma addirittura la sua natura NEURALE, e cioè, INTELLIGENTE: l’Universo conosciuto, quindi, all’interno della così detta Materia Oscura, come già sospettato negli studi della Fisica Giuliana Conforto, conterrebbe un “magma” fluidico intelligente, simile alla struttura neuronale del Cervello.
Il Vuoto come superfluido può essere descritto dalla Teoria dei Vetri di Spin. Questa teoria indica che il Vuoto, in un modello matematico, cela un meccanismo di auto-organizzazione dell’Universo cosmico basato sul modello di John Hopfield a carattere intelligente e cioè capace di modificare la sua forma ed elaborando informazioni a mò di perturbazioni, con modalità infinitesimali e simili alle trasmissioni inter-neuronali del nostro cervello.
Il Vuoto, in realtà, non solo sarebbe Pieno, ma ricolmo di una “sostanza discreta”particellare e quantizzata: questi concetti sono stati recentemente condotti con rilevatori di onde gravitazionali come il GEO6OO . Risparmiando complessi concetti matematici cerchiamo di arrivare all’idea di Anima, immaginando questo modello formato da una rete di strutture simili ai neuroni e denominate PERCEPTRONI : questa rete sarebbe collegata in cascata, in modo che, l’uscita singola di ciascuna di esse, rappresenti l’ingresso di un neurone subito seguente. Ogni Perceptrone non farebbe altro che elaborare informazioni elementari che diventerebbero via via più complesse. Questa Matrix infinitesimale intelligente, insita negli spazi intermolecolari della Materia Fisica, potrebbe dunque essere la “sostanza” che costituisce i nostri Corpi Sottili: essa, essendo dinamicamente già presente “in vita”, potrebbe aiutare ad escludere la morte definitiva della coscienza e darebbe spiegazioni più consone alla fenomenologia medianica, a quelle di trans-comunicazione strumentale e ai fenomeni NDE.
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