
GLI SCIENZIATI hanno trovato un accesso al sottosuolo della Luna che immette in un’enorme caverna. Quella appena scoperta da un gruppo di ricercatori della Purdue University, utilizzando i dati inviati dalla sonda giapponese Selene, è una grotta grande abbastanza da contenere un’intera città. Ed è in una di queste cavità che i primi coloni spaziali potrebbero trovare rifugio.
Da diversi anni si cercano conferme dell’esistenza di queste ‘tanè naturali. La stessa Purdue University, alla fine del 2016, aveva pubblicato una analisi di quello che potrebbe nascondersi sotto la superficie: una rete caverne ampie chilometri. Ora c’è la conferma che una di queste è stata misurata, si trova nel lato rivolto verso il nostro pianeta, nelle “Marius Hills”, all’interno dell’Oceanus Procellarum. Una zona ricca di “cupole” formate dalla lava miliardi di anni fa, quando il nostro satellite era ancora attivo.
Uno di questi ‘buchì dà accesso a una caverna. I ricercatori hanno incrociato i dati della sonda giapponese Selene con quelli della americana Grail (che misura con precisione le variazioni dell’attrazione gravitazionale) e hanno individuato quella che potrebbe essere la porta per un rifugio naturale sulla Luna. Il cratere è largo circa 50 metri, si apre su un camino che scende in profondità per altrettanti. E si apre sul vuoto.
Gli strumenti di Selene, evidenziano gli scienziati della Purdue, non sono stati progettati per cercare caverne nel sottosuolo. Il fatto che sia stata individuata da un radar così inadatto allo scopo significa che deve essere molto lunga e molto ampia. Corre per 50 chilometri e dovrebbe essere alta almeno 1.000 metri.
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