
Sono gli stessi legati alla scoperta delle onde gravitazionali.
La collisione fra due buchi neri legata alla scoperta delle onde gravitazionali è stata vista anche dal telescopio spaziale Fermi. Il segnale è una nuova prova dell’esistenza di questi corpi celesti ed è stato rilevato circa mezzo secondo più tardi dal telescopio, nel quale l’Italia ha un ruolo importante con Agenzia spaziale italiana (Asi), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). La scoperta è stata pubblicata sul sito arXiv dal gruppo coordinato da Valerie Connaughton, del centro per lo Spazio, la Scienza e la Tecnologia a Huntsville.
Il telescopio Fermi ha registrato un breve impulso di raggi X ad alta energia della durata di circa un secondo arrivato dalla stessa regione del cielo delle onde gravitazionali catturate dagli interferometri Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) negli Stati Uniti. Secondo gli esperti la probabilità che sia soltanto una coincidenza è solo dello 0,2%. Un lampo causato dalla fusione di due buchi neri è una scoperta che potrebbe far riscrivere i libri di astrofisica perché si pensa che quando questi corpi celesti collidono e si fondono non producano alcun tipo di emissione luminosa ma, sottolineano gli autori, c’è bisogno di osservare altri eventi simili prima di trarre conclusioni.
”E’ una scoperta allettante, con una bassa probabilità di essere un falso allarme, ma prima di poter iniziare a riscrivere i libri di testo abbiamo bisogno di vedere più esplosioni associate alle onde gravitazionali, generate dalla fusione di due buchi neri” rileva Connaughton. Il rilevamento di una emissione di raggi X da una sorgente di onde gravitazionali, sottolinea, consentirà di comprendere meglio questi fenomeni. Fermi è sensibile ai raggi X e ai raggi gamma con energie comprese tra 8.000 e 40 milioni di elettronvolt (eV) ed è lo strumento principale per la rilevazione dei lampi di raggi gamma, che durano meno di due secondi.
Si pensa che questi lampi siano generati dalla fusione di corpi celesti molto compatti come stelle di neutroni e buchi neri, gli stessi fenomeni sospettati di essere le principali sorgenti di onde gravitazionali, le increspature nel tessuto dello spazio-tempo immaginate da Einstein.
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