Asgardia, la prima nazione spaziale: "Cittadinanza ai primi 100mila registrati online"
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È stata svelata da un team di scienziati ed esperti legali. I suoi obiettivi: “democratizzare” le tecnologie spaziali, proteggere la Terra da pericolosi asteroidi e promuovere la pace.
Deve il suo nome a un’antica città mitologica nei cieli, abitata dagli dei norreni, resi popolari dalle leggende di Odino e Thor. E diventerà, scrivono sul sito dell’iniziativa, “una postazione in orbita che è nel vero senso della parola ‘una terra di nessuno'”. Benvenuti ad Asgardia, quella che ambisce a diventare la prima nazione spaziale. Un nuovo Stato con i piedi tra le stelle. Ad annunciarla è stato un team di scienziati e legali specializzati nel settore, che ne hanno dato notizia mercoledì durante una conferenza stampa a Parigi. Idea bizzarra, sì. Ma non proprio una boutade se si pensa che il gruppo include diversi esperti di un certo prestigio. Tra cui il russo Igor Ashurbeyli, fondatore dell’Aerospace International Research Center di Vienna, uomo d’affari e nanoscienziato che di recente è stato insignito di una medaglia d’onore da parte dell’Unesco per il suo lavoro nello sviluppo di dispositivi microelettrici, sistemi informatici e tecnologie.
“Dobbiamo lasciare la Terra perché è nella natura umana”, ha detto al sito statunitense Business InsiderRam Jakhu, professore della McGill University, con oltre trent’anni di esperienza in leggi spaziali, e uno dei finanziatori del progetto. “L’umanità si è spostata dall’Africa e ha popolato l’intero Pianeta. Qui le risorse finiranno“. Se ne siete convinti anche voi e volete assicurarvi un posto nella nazione ventura, potete provare a chiedere cittadinanza. Chiunque può farlo, basta registrarsi sul sito dell’iniziativa abbastanza rapidamente: solamente i primi 100mila internauti dal mouse veloce saranno i fortunati. In un’intervista rilasciata al Guardian Ashurbeyli ha spiegato che “quando avremo raggiunto tale numero di richieste potremo chiedere ufficialmente alle Nazioni Unite di riconoscerci come uno Stato”. Con tanto di bandiera: se avete un’idea in merito, potete sottoporla. Il primo passo sarà quello di lanciare un satellite robotico entro i prossimi 18 mesi, da far seguire eventualmente da una stazione spaziale permanente. Quanti finanziamenti sono a disposizione del progetto è ancora ignoto.
Sia chiaro, Asgardia è ancora più un’astrazione che un dato di fatto e il suo obiettivo immediato è di attrarre altri scienziati, ingegneri, talenti e sostenitori per quella che si configura come una sfida all’attuale panorama geopolitico delle attività che si svolgono molto al di sopra delle nostre teste. Al momento, l’Outer Space Treaty – il trattato internazionale alle fondamenta del diritto internazionale aerospaziale – stabilisce che la responsabilità degli oggetti spediti nello spazio è dello Stato che li ha lanciati. Ma il team dietro Asgardia ritiene di poter costituire un precedente, e spostare tale responsabilità alla “nazione spaziale stessa”.
Igor Ashurbeyli
Non è detto che riusciranno nel loro intento. Business Insider ha contattato l’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (Unoosa) per capire se le norme esistenti permettano la creazione di un nuovo stato siffatto; o se l’esistenza di Asgardia potrebbe cambiare queste leggi. Non ha ricevuto risposta. “Ci sono formidabili ostacoli da superare. Ciò che stanno chiedendo è una completa revisione dell’attuale quadro normativo”, ha commentato Christopher Newman, esperto di legge spaziale dell’University of Sunderland, al quotidiano britannico. Ma se il progetto dovesse andare in porto, o meglio “in spazio”, dovrebbe rispettare gli importanti impegni presi: proteggere la Terra da possibili molteplici minacce, pericolosi meteoriti, detriti spaziali. E promuovere la pace. Tutto da lassù.
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