
Mentre alle 20 di venerdì sera Anonymous Italia diffondeva un nuovo comunicato per spiegare i motivi della divulgazione non autorizzata di nomi, email, password e cellulari di sindacalisti, giornalisti e universitari, un altro gruppo cambiava i connotati al sito della Siae, la Società italiana autori ed editori.

Il gruppo, noto come Anonplus, da non confondere con Anonymous Italia, poco prima della mezzanotte di venerdì ha bucato i server della Siae, cambiando pure i connotati del sito Siae.it, dove finora campeggia il loro logo. Sono gli stessi hacker e attivisti riuniti sotto la sigla Anonplus a darne notizia con un tweet in cui dichiarano di essere in possesso di una gran mole di documenti relativi alle attività della società.
Si tratta di circa 3,7 Gb di dati posizionati su tre distinti server all’estero e attualmente scaricabili da chiunque. L’azione è stata condotta, per ammissione stessa del collettivo, per protestare contro la gestione Siae delle opere d’ingegno a loro affidate in questi anni dai creativi italiani.

Loro incursioni si erano registrate in Russia e Spagna con l’”operazione Catalogna”. Fra gli obiettivi delle loro incursioni a maggio era finito anche il sito del Parlamento dello stato dell’Idaho negli Stati Uniti di cui avevano cambiato la homepage per sostituirla con il proprio manifesto. Bannati da Twitter erano ritornati con la notizia dell’attacco al sito della provincia di Lodi in polemica con la sindaca Sara Casanova per avere escluso gli alunni stranieri dalle agevolazioni scolastiche definendola razzista.
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