Cosa accadde a Jonestown nel novembre 1978?

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La ricostruzione di Stanley Nelson del suicidio di massa nel Tempio dei  Popoli avvenuto il 18 Novembre 1978

Il racconto dei pochi adepti sopravvissuti e una troupe che era  nella Guyana poche ore prima del massacro.

La vita di Jim Jones nell’infanzia in una cittadina dell’Indiana. Il giovane Jim si sentiva emarginato per la sua povertà  ed era molto sensibile verso tutte le forme di emarginazione, compresa quella che colpiva la comunità di colore.

L’unico posto dove riesce a fare amicizie è la chiesa pentecostale del luogo dove diventa anche lui predicatore.

Si ispira ai grandi predicatori neri e comincia a radunare proseliti utilizzando anche gli argomenti rivoluzionari di Martin Luther King e di Malcom X.

Adotta anche un bambino nero che, in questo video,  racconta la sua infanzia vicino al padre adottivo.

Molti bianchi lo disprezzano per le sue idee e atteggiamenti antirazzisti, la comunità in cui vive lo isola e Jones decide di andare via con i suoi adepti verso una nuova terra promessa: la California

Negli anni 1970 fonda una comune costituita da persone di diversi ceti sociali e razze. Il nucleo della sua predicazione è la frase evangelica in cui Gesù esorta i cristiani a  vendere i propri beni e a mettere tutto in comune.

Dopo l’inizio dei viaggi di Jones in tutta l’America il numero diei suoi  adepti aumenta considerevolmente.

 I falsi miracoli, il potere e l’odio per la Bibbia

Il numero di adepti nel 1966 era di 61, 5 anni dopo erano  migliaia.

I nuovi membri donano tutti i beni materiali, il carisma di Jones cresce insieme alle disponibilità economiche e al potere politico.

Per i suoi adepti lui fa miracoli. Durante le riunioni una pensionata entrava e ripeteva molte volte: “Quest’uomo ha potere”.

Un’adepta racconta di aver visto una vecchetta a cui Jones aveva detto di alzarsi dalla sedia a rotelle: ” Vieni avanti, fai quel passo”. La donna cominciò a camminare e poi a correre. Tutti i presenti cominciarono a correre e a saltare di gioia. La testimone scoprì in seguito che la donna era una segretaria di Jones truccata in modo da sembrare storpia e cieca.

Le persone lo adoravano e lo perdonavano per tutto quello che faceva e lui diceva: “Io sarò il vostro dio”. La fede in lui era un incubo, le persone venivano picchiate nelle riunioni pubbliche, una donna fu costretta a togliersi tutti i vestiti e fu oggetto di apprezzamenti volgari fatti da tutti gli uomini presenti.

Jones la guardava sorridendo mentre lei veniva distrutta. Un adepto che era presente pensò che era sbagliato comportarsi in quel modo, ma non fece e non disse nulla. Il gruppo si sentiva talmente coinvolto e solidale che non vedeva alcuna via d’uscita.

Una ragazza racconta l’abuso sessuale subito da Jones durante un viaggio. Mentre la violentava le diceva: “Questo è per te, lo faccio per te”.

Jones gode di protezioni politiche: nel 1976 aiuta il sindaco di San Francisco e ottiene fondi che gli permetteranno di costruire una nuova città fondata su principi del socialismo.

In questa fase la Bibbia viene da lui diprezzata ed egli fa di tutto per convincere i suoi adepti che non c’è nessun dio in cielo che lo possa punire per questo.

Jonestown: il paradiso terrestre

Jones convince i suoi adepti che il Tempio del Popolo è un movimento rivoluzionario osteggiato dal governo che stava infiltrando i suoi agenti per assassinarli.

I servizi segreti, secondo lui, volevano ucciderlo e i suoi adepti dovevano essere pronti a dare la vita per proteggerlo

Comincia ad assumere farmaci e diventa sempre più paranoico.

Il tempio di San Francisco è distrutto da un incendio e questo rafforza la paranoia di Jones.

La stampa indaga su di lui e intervista i disertori.  Alcuni ex membri parlano con un giornalista, ma Jones convince il giornale a leggergli l’articolo prima della pubblicazione. Dopo aver verificato che nell’articolo gli ex membri denunciavano tutte le violenze, prende improvvisamente la decisione di partire.

Così, lascia gli Stati Uniti e si trasferisce a Jonestown con centinaia di adepti ancora fedeli che erano entusiasti di lui e della comune. Essi si sentivano proprietari di Jonestown dove sembrava che un’utopia si stesse realizzando: il paradiso in terra.

Jones si fa chiamare “compagno leader” e viene salutato con il pugno chiuso, ma la comunità, in realtà,  vive nel terrore. I suoi discorsi venivano trasmessi dagli altoparlanti giorno e notte.

Lui diceva che le cose in America stavano peggiorando, che nessuno poteva tornare a casa e che i servizi segreti stavano arrivando a Jonestown per distruggerli.

Nell’estate del 1978 Jones farneticava sempre più, la sua voce era sempre più incerta e ogni notte chiedeva ai suoi adepti di denunciare chi cercava di scappare.

Liberate i nostri familiari

Nella comune era proibito esprimere il desiderio di partire.

Negli Stati Uniti nasce il movimento dei parenti e degli ex membri del Tempio del Popolo per favorire la liberazione dei loro congiunti vittime di Jones.

I parenti preoccupati si attivano per far indagare il Tempio del Popolo: richiamano l’interesse del governo e della stampa.

A Washington viene istituita una commissione federale guidata da Leo Ryan che organizza una visita a Jonestown.

L’aereo atterra alle ore 18, i visitattori vengono accolti con un ricevimento in cui la comunità si fa conoscere. Ryan li elogia dopo averli conosciuti  e dice che è convinto della bontà di quella iniziativa. Ryan fu applaudito sinceramente da tutti i presenti.

Il 18 novembre 1978 due adepti riescono a  fargli avere un biglietto in cui dicono di voler andare via ma che Jones non lo permette.

Quella mattina  i reporter organizzano delle interviste per verificare se veramente le persone erano costrette a restare.

L’omicidio di Leo Ryan

I reporter della NBC si accorgono che decine di persone vogliono tornare a casa.

Nell’ultima intervista a Jones egli risponde ai giornalisti che le persone mentono e scherzano e chiede ai giornalisti di andarsene. Dice che ci sono persone che vogliono farsi solo pubblicità.

Quando si viene a sapere che qualcuno stava partendo si scatena un putiferio: volevano partire in tanti e Jones li supplica di non andare via. Fa capire a tutti quelli che stavano partendo che erano traditori.

Un adepto avvisa Ryan che non è più al sicuro, anzi che è in pericolo ma Ryan non comprende. Alcuni adepti lo assalgono e lo feriscono con un coltello.

Ryan e la troupe tornano alla pista di atterraggio con le persone che volevano andare via.

Tre adepti li raggiungono con un camion pieno di uomini armati che cominciano a sparare.

Ryan muore.

Jones, intanto,  raduna la comunità perchè ha già preso la sua decisione.

L’oscurità cala su Jonestown nel suo ultimo giorno

Jones raduna tutti i suoi adepti nel padiglione  e annuncia la morte di Ryan: dice che saranno torturati e che devono partire, che devono morire.

Qualcuno interviene per dire che non vuole morire e che i loro figli vogliono vivere.

Jones aveva promesso che sarebbero potuti andare in Unione Sovietica, come alternativa a Jonestown, e qualcuno gli chiede se non è possibile andare lì per salvarsi.

Ma i titubanti vengono messi a tacere e le guardie armate circondano il campo.

Jim dice che devono andare e subito i neonati furono strappati dalle braccia delle madri.

Dovevano morire per “non finire nelle mani del nemico”.

Un adepto presente e sopravvissuto dice: “Non ho mai usato il termine suicidio nè lo userò mai. La verità è che Jones ci stava uccidendo”.

Nel suo ultimo discorso Jones dice: “Noi non ci siamo suicidati, abbiamo compiuto un atto rivoluzionario per protestare contro un mondo disumano”.

Non fu un suicidio collettivo, secondo i sopravvissuti e i biglietti lasciati dagli adepti morti,  loro volevano vivere e “portare luce a un mondo che desidera amore”.

Un’adepta scrive: “C’è silenzio mentre lasciamo questo mondo, il cielo è grigio, la gente sfila lentamente accanto a noi e prende la bevanda amarognola. Molti altri devono berla”.

Un’altra: “Fate che tutte le storie di questo tempio del Popolo vengano raccontate”.

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