
Nell’estate 2016 la copertura di ghiaccio marino al Polo Nord ha stabilito il secondo record in negativo da quando sono iniziate le rilevazioni satellitari: è stato peggio solo nel 2012.
Il 10 settembre 2016, la copertura di ghiacci artici ha toccato il secondo record minimo di sempre, dall’inizio delle misurazioni satellitari.
LA PERDITA IN CIFRE. Gli esperti dell’US National Snow and Ice Data Center (NSIDC) di Boulder, Colorado, hanno contato 4,14 milioni di km quadrati di ghiacci, 2,3 milioni di km quadrati al di sotto della media minima per il periodo 1981-2010. Peggio era andata solo nell’estate 2012, quando i ghiacci marini al Polo Nord avevano raggiunto i 3,39 milioni di km quadrati.
NESSUNA ATTENUAZIONE. I dati sono ancora provvisori: venti e correnti potrebbero peggiorare la situazione (ma senza portarla ai livelli di 4 anni fa). Quello che lascia ancora più perplessi è che la copertura nuvolosa e la bassa pressione atmosferica di giugno e luglio sull’area avrebbero dovuto rallentare il processo, una previsione che purtroppo non si è avverata.
CHI NE PAGA LE CONSEGUENZE. Intanto, un altro studio dell’Università di Washington finanziato dalla Nasa ha dimostrato che tutte le 19 subpopolazioni di orsi polari nell’Artico stanno facendo i conti con una netta riduzione dei ghiacci dove cacciare, riprodursi e riposare.
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