
Il Cristianesimo ha sempre avuto due avversari: uno esterno e uno interno. Quello esterno è stato il potere politico pagano per un certo tempo, poi è subentrato l’islam che ha costituito una spina al fianco per l’Occidente e dopo essersi per qualche secolo affievolito eccolo tornare più virulento che mai, armato e foraggiato dagli occidentali Illuminati. Ieri come oggi l’avversario interno -non meno virulento- è rappresentato sempre dall’ eresia, nata subito dopo la fondazione del Cristianesimo sin dall’antichità ha sempre minacciato la sua originale dottrina.
Ma se oggi alti prelati della Chiesa fanno a gara per tralasciare il messaggio di Cristo sostituendolo con nuove dottrine ecumeniche, filantropiche ed ecologiste che spesso sfociano in una rievocazione del culto pagano a Madre terra – fino a non moltissimo tempo fa il primo pensiero della Chiesa era quello di preservare la dottrina da contaminazioni.
Nell’articolo precedente è stata abbondantemente documentatata l’inattaccabilità dei 4 Vangeli cosiddetti canonici: ossia quei Vangeli che risalgono non oltre il 70 DC quindi meno di 40 dopo la Crocifissione, il più antico, quello di Marco addirittura al 40 DC, quindi 7 anni circa dal ritrovamento del sepolcro vuoto, scritti dagli apostoli di Gesù o comunque da testimoni oculari-. (scarica analisi razionale della fede cattolica copy)
Un passo della Seconda lettera ai Corinzi (2 Cor 8, 18), che è generalmente datata tra il 54 e il 57, indicherebbe che, quando Paolo scriveva, Luca aveva già composto il suo vangelo ed esso circolava “in tutte le Chiese” . Dell’immediata diffusione (orale e scritta) della lieta novella ce lo dimostra il fatto che ci sono pervenuti ben 34.086 manoscritti dei Vangeli, il più antico risale a circa 70 anni dopo la morte di Gesù, benchè scritti in diverse lingue: copto, siricaco, latino greco, questi testi si dimostrano assolutamente identici nel contenuto e uguali a quelli odierni. Gli amanuensi hanno voluto rispettare con la massima fedeltà il testo originale, senza aggiungervi niente. Sempre nell’articolo precedente abbiamo dimostrato che Gesù si proclamò Dio e che le sue dichiarazioni furono riportate anche da autori non cristiani (mai confutati dagli storici o dagli illuministi). Nel suo primo discorso Pietro in Atti degli Apostoli 2,22 proclama che Gesù fu ucciso e risuscitò, lo stesso messaggio -in perfetta continuità coi Vangeli- lo diedero gli altri discepoli tra cui Paolo nelle sue numerosissime epistole. (clicca qui)
Sin dall’antichità il nemico si è infiltrato all’interno attraverso la fusione d’insegnamenti e pratiche divine con quelle pagane. Abbiamo notizie di “eretici” già dagli scritti degli apostoli che vengono definiti da quest’ultimi come: falsi fratelli (Gal. 2.4) falsi apostoli (2 Co. 11.13) falsi profeti (Mt24. 11) falsi cristiani (Mt 24.24) Un altro vangelo? o un vangelo falsificato (Ga 1.6). Questi falsi cristiani sin dall’antichità hanno sempre cercato di inficiare la storia della redenzione con teorie e dottrine spesso assurde, spesso complementari tra loro. Abbiamo l’eresia di Apollo di Efeso (o di Corinto) (attivo nel 56) ad Alessandria, uomo erudito e celebre predicatore, citato negli Atti degli Apostoli 18, 24 e da San Paolo in due lettere (Prima ai Corinzi 16, 12 e a Tito 3, 13). Serie di movimenti cristiani affini all’ebraismo, che mantenevano la stretta osservanza alla Torah di Mosè e di tutte le sue prescrizioni (ad esempio la circoncisione).
Furono avversati da Sant’Ireneo (ca. 140-200) di Lione che li accusava di adozionismo, cioè di non credere in un Cristo come l’incarnazione del Verbo, ma solo come uomo divinizzato in un secondo momento o come un angelo, scelto da Dio per diventare Suo Figlio.
Abbiamo gli Elkasaiti (1/2 1°secolo) setta giudeo-cristiana, a carattere magico-astrologico che sorse intorno all’anno 100 in Giordania e fu fondata da tale Elkesai di origine persiana. Avevano un loro personale libro sacro, che essi credevano fosse stato consegnato ad Elkesai da un angelo.
Alcibiade di Apamea (Siria), un elcasaita, diffuse la setta a Roma, portandovi il libro in questione durante il pontificato di S. Callisto (217-222). Questi credevano in un Dio creatore e avevano un concetto docetico della persona di Gesù, cioè l’umanità e le sofferenze di Gesù Cristo erano più apparenti che reali. La setta sopravvisse fino alla fine del IV° secolo. Ci sono valide documentazioni storiche che fanno dedurre che il famoso fondatore del manicheismo, il nobile persiano Mani aderisse in principio a questa setta.
Nel ½ I° secolo vi fu l’eresia diffusa dal diacono Nicola, proselita di Antiochia che dal principio fu uno dei sette prescelti dagli apostoli per amministrare la comunità dei primi cristiani, ma secondo Sant’Ireneo (ca. 140-200), Nicola in seguito fu anche il fondatore della setta dei Nicolaiti. La setta ebbe una certa diffusione, tale da essere citata anche nell‘Apocalisse di Giovanni in più occasioni (versetti 2,6 e versetto 2,15) :”hai questo: odi le opere dei Nicolaiti che anch’io odio” .
Sempre in Apocalisse (2,18:29) si hanno notizie delle eresie diffuse da un tale Iezabele, che incitava i cristiani a fornicare e a mangiare le carni consacrate agli idoli. A questo episodio venne dedicata l’intera quarta lettera dell’Apocalisse 2,18:29. La dottrina di questa setta, infatti, non ammettendo la divinità di Cristo, portava ad una interiorizzazione della fede e ad una mancanza di pratiche esterne, quindi i suoi adepti si dedicavano all’idolatria e libertinismo.
Abbiamo opere e frammenti delle testimonianze giudeo-cristiane scritte come le Pseudo-clementine, attribuito a Clemente Romano, l’apocrifo Vangelo degli Ebrei e i Kerýgmata Pétrou (predicazioni di Pietro). Una Setta giudeo-cristiana radicale, diffusasi in Siria e Giudea dalla metà del I° secolo, erano vegetariani. tralasciavano parti della vita di Gesù, come la nascita dalla Vergine e la resurrezione, non considerarono Gesù come il Figlio di Dio, ma come un profeta eccezionale.
Ma abbiamo eresie che negano l’umanità di Cristo, e ne accettano solo la divinità, dicendo per esempio che Cristo non fu un vero uomo, ma la sua forma umana era solo apparenza, ecco perché poté resistere così facilmente alle tentazioni; quando era sulla croce non soffriva realmente, perché essendo Dio non poteva provare dolore e avrebbe solo simulato le sue sofferenze sulla Croce. Il fanatico che affermava queste bestemmie era Ario un ex prete. (clicca qui)
Una delle primissime eresie sorte fin dai primi anni del cristianesimo fu lo gnosticismo,-che perdura sino ai nostri giorni nelle sue varianti-
Lo gnostico pretende di avere per dono immediato la in sé, vale a dire il sapere totale e assoluto, che consente di risolvere tutti i problemi relativi alla divinità, all’uomo e al mondo. Si tratta di una conoscenza essenzialmente intuitiva, per illuminazione improvvisa e definitiva, riservata solo ad alcuni iniziati e apportatrice di salvezza. Solo da questa conoscenza l’individuo può essere salvato, e non dalla fede o dalle opere. Lo gnosticismo cristiano ha avuto innumerevoli ramificazioni proprio ai primordi del cristianesimo: si ebbero gruppi legati a un fondatore (Mago, Basilide, Carpocrate, Valentino, ecc.), oppure sette designate da un nome collettivo (ofiti, nicolaiti, cainiti, ecc.). Accanto a questo gnosticismo eterodosso bisogna ricordare la gnosi cristiana “ortodossa” esposta da Origene. Il mandeismo e l’ermetismo sono gnosticismi extracristiani, coevi del cristianesimo primitivo. Accanto alla tradizione teologica e letteraria riguardo Lucifero si sviluppò, già nei primi tempi di fioritura e di espansione delle dottrine cristiane, una corrente gnostica che tentò la reinterpretazione della figura luciferina in chiave salvifica e liberatrice per l’uomo dalla tirannia del Dio Creatore. Secondo tale dottrina, che ha radici tanto nel Marcionismo quanto nel Manicheismo, il serpente/Lucifero descritto nella Genesi sarebbe colui che ha indotto l’uomo alla conoscenza, la scientia boni et mali, e dunque all’elevazione dell’uomo a divinità, pur contro la volontà del Dio supremo che avrebbe voluto invece mantenere l’uomo quale suo suddito e schiavo, cioè quale essere inferiore. Nel Vangelo gnostico di Eva vi si legge una chiara esortazione del coito interrotto e ingoiare lo sperma come un atto religioso. Eva cerca di apprendere la conoscenza, dunque la salvezza, mangiando il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male.
In tale dottrina il nome Satana scompare quasi del tutto in favore del nome Lucifero, che viene interpretato alla lettera come “Portatore di luce” e viene perciò eletto quale salvatore dell’uomo. Tutto ciò è in evidente antitesi con il Cristianesimo, secondo la quale invece l’aspetto luminoso di Satana è solo un mascheramento e uno strumento di seduzione. È San Paolo il primo a ricordare che:
« anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere. » (2 Corinzi 11,14-15)
Comunque l’idea di Lucifero come principio positivo nonché il suo accostamento alla figura di Prometeo saranno dei motivi ripresi da una lunghissima tradizione gnostica e filosofica che nella storia ha trovato echi nell’Illuminismo, nella Massoneria, nel Rosacrocianesimo, nel Romanticismo
In tempi più recenti si ritrovano richiami a Lucifero nella teosofia e nella sua contemporanea derivazione New Age; nella Massoneria moderna,nel transumanesimo, nonché in movimenti neopagani radunati sotto al nome di Wicca. (clicca qui)
Tutta questa enorme cultura, la cui matrice gnostico-luciferica è rimasta sempre più o meno celata, può essere compendiata nel termine luciferismo, questa corrente accetta solo la parte “luminosa” del diavolo respingendo quella tenebrosa e demoniaca adorata dal satanismo (acido) oppura l’accetta solo per risolvere l’aspetto satanico nell’aspetto luciferino. Posto che luciferismo e satanismo non si oppongono l’uno all’altro, il culto di Lucifero come entità spirituale oppure più semplicemente come simbolo ideale ha come presupposti teologico-filosofici l’identità fra Dio e Sophia (la Sapienza) e dunque la divinità della luce di conoscenza nell’uomo, nonché infine la benignità essenziale di qualsiasi entità che sia Portatore di luce, cioè portatore di conoscenza. Secondo tale visione dunque Cristo e Lucifero o sono figure complementari oppure sono addirittura la stessa persona.(clicca qui)
Questi pensieri gnostici furono rigettati sin dall’inizio dagli apostoli e dai primi Cristiani in quanto in stridente contraddizione con il messaggio di Cristo. Negli scritti gnostici si narra di una “conoscenza” riservata solo agli iniziati, si parla di segreti, di arcani, di “rivelazione segreta” . Cristo invece parlò apertamente, indicò un cammino ben preciso aperto a tutti, non per diventare dei al pari di Dio, ma per vivere nella luce dell Verità e conseguire la salvezza eterna:
«Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. » (Gv18,19-22)
Gesù tra le altre cose parlava proprio in parabole affinché le sue parole fossero chiare e tutti fossero in grado di comprendere
Lo stile della sua predicazione fu profetizzato nel Salmo 77 “2 Aprirò la mia bocca in parabole, Ciò che ho udito e conosciuto e i nostri padri hanno raccontato, non lo terrò nascosto ai loro figli; lo dirò alla generazione futura”.
Ma cosa trattano i Vangeli Apocrifi? E’ vero che questi descrivono un Gesù più umano? Non è vero che i vangeli apocrifi esaltano l’umanità di Gesù mentre quelli canonici ne esaltano la divinità. Al contrario nei vangeli apocrifi il clima è magico-fiabesco. Gesù è presentato o come un bambino prodigio che interloquisce come un adulto appena nato, un bambino sempre pronto a fare miracoli e a pronunciare spesso profezie e maledizioni. Oppure come una particella divina intrappolata nella materia, umano suo malgrado.
Gli apocrifi a noi pervenuti vanno dalla metà del II d.C. al XVI secolo DC. I piu’ antichi risalgono quindi a due secoli dopo la datazione dei canonici, quindi non furono scritti da testimoni oculari dei fatti. Inoltre è facile dedurre che questi testi non siano degli scritti tramandati da altri preesistenti andati perduti. Ogni contenuto di qualsiasi testo apocrifo è infatti in sintonia con l’eresia in voga in ognuna delle epoche: ad esempio il vangelo di Filippo è legato allo gnosticismo Valentiniano del II secolo caratterizzato dal rifiuto per il mondo visto come una prigione per lo spirito. Nel vangelo filo-islamico di Barnaba
risalente al XVI in lingua spagnola (…) si evince che la missione di Cristo fosse quella di essere solo il precursore di Maometto.
I vangeli apocrifi non nascondono nessun particolare recondito se non un’immensa differenza tra lo stile intellettual-gnostico rivolto a pochi “eletti” in grado di penetrare le verità nascoste, che stride con la sobrietà e la semplicità dei canoninici comprensibili da tutti e il loro messaggio di Salvezza offerta a tutti. Il termine stesso “apocrifo” significa “da nascondere“, “riservato a pochi”. L’intento degli evangelisti non era quella di scrivere una “biografia” di Gesù come potremmo intenderla oggi, bensì quello di trasmettere una buona novella: Dio si è fatto vicino all’uomo.
“Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.” (GV 20, 30-31).
Fino al 1946 gli scritti degli gnostici erano noti solo attraverso le citazioni di sant’Ireneo. In quell’anno fu scoperta presso Nag Hammadi, nell’Alto Egitto, una vera e propria biblioteca di scritti gnostici ed ermetici. (cf Enc. Rizzoli Larousse 2002). Di questi scritti se ne tornò a parlare soprattutto a dopo il 2003, anno di uscita del bestseller “Il Codice Da Vinci”
Prendiamone alcuni in esame, per esempio il Vangelo di Maria (maggiormente noto come Pistis Sophia) riporta un dialogo avuto con Pietro dopo la risurrezione che mostra chiare influenze gnostiche. « Quello che a voi è nascosto io ve lo comunicherò. » Dopo la resurrezione, Cristo, allo scopo di istruire gli apostoli sui misteri, si sarebbe trattenuto sulla terra per undici anni. Come altri vangeli gnostici dunque, esso contiene una supposta “rivelazione segreta” di Gesù risorto, quindi in contrapposizione con la chiarezza evangelica rivelata senza misteri:
” Tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi”. (GV 15,15).
All’interno del Pistis Sophia, Maria Maddalena simboleggia la Conoscenza (gnosi),e rappresenta dunque l’incarnazione umana di Sophia e come tale, la Sposa e la Sacerdotessa di Cristo. L’identificazione tra Sophia e Maria Maddalena è presente anche nell’apocrifo Vangelo di Filippo che come abbiamo accennato
è legato allo gnosticismo valentiniano, caratterizzato dal rifiuto per il mondo creato visto come una prigione per gli esseri umani, principio che fu ripreso più in avanti dalla folle eresia catara che condannava la procreazione e istigava al suicidio per liberare lo spirito dalla carne. Proprio perché gli gnostici disprezzavano il mondo materiale, Gesù viene visto come uomo solo in apparenza, non dotato del vero corpo carnale. Nel vangelo di Filippo si narra del famoso passo in cui molti hanno voluto vedere del sesso tra Gesù e la Maddalena.« La Sofia, che è chiamata sterile, è la madre degli angeli. E la compagna del Salvatore è Maria Maddalena » (Vangelo secondo Filippo, cap. 55). Secondo alcuni quindi la Maddalena sarebbe stata l’amante di Gesù, dal momento che viene definita “compagna”. Cosa significa «compagna» nella letteratura gnostica? È evidente, almeno per noi, che il significato delle parole dipende profondamente dal contesto in cui sono inserite e dall’ambiente culturale che li usa. Perciò quando leggiamo nei testi gnostici che la Maddalena era «compagna di Gesù», dobbiamo intendere quest’espressione così come era intesa nella cultura gnostica e non secondo le nostre attuali mode culturali. È questo un elementare principio di interpretazione della lingua, se non lo osservassimo faremmo dei pericolosi anacronismi.
La parola usata per “compagna” nel testo copto del vangelo di Filippo è un prestito dall’originale greco koinônós. Questo termine veniva comunemente usato per indicare rapporti di amicizia e fratellanza. Secondo la teologia gnostica Gesù e Maria Madalena erano le incarnazioni umane degli eoni Cristo e Sophia, due di questi eoni, il Salvatore e la Sofia, che hanno generato gli angeli, si sono incarnati rispettivamente in Cristo e nella Maddalena. Il passo NON va dunque inteso come una prova storica del matrimonio tra Gesù e la Maddalena ma come un’allegoria di una precisa visione teologica.
Inoltre negli apocrifi si legge che l’unione sessuale, anche fra marito e moglie, è sempre prostituzione, in chiara sintonia con l’eresia dell’epoca che negava i rapporti sessuali, particolare che viene sempre omesso dai propugnatori del “Gesù umano”.
Nel «Vangelo di Filippo», dice Dan Brown, c’è scritto che Cristo baciava Maria Maddalena. Ma questo testo non è un Vangelo apocrifo, cioè un testo che proponga una ricostruzione alternativa della vita di Gesù, bensì un catechismo dello gnosticismo del II-III secolo, una religione nemica del cristianesimo. Inoltre c’è scritto solo «la baciava» sulla bocca come alcuni scrivono è un’ipotesi. Ma in quello stesso vangelo, che secondo gli studiosi non risale a prima della seconda metà del II secolo, il bacio è un segno rituale comune anche agli altri personaggi. La stessa espressione si ritrova nel Nuovo Testamento, nelle epistole di Paolo e di Pietro: “salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio” (Rm 16,16, 1P 5:14). Dan Brown, per estrema ignoranza, (o malafede) cita questo testo che in realtà contrasta con la teoria di rapporti sessuali tra Gesù e la Maddalena: la sessualità e la procreazione, come abbiamo detto erano considerati peccati gravissimi nell’antica letteratura gnostica, anche fra coniugi. Il bacio non allude ad una relazione sessuale, ma all’affinità spirituale. Ora per comprendere il senso di quel breve passo ci viene in aiuto il suo seguito: «Maria in realtà è sorella, madre e coniuge di lui». Allora, è evidente che qui Maria non indica una persona storica precisa, perché nessuna donna può essere contemporaneamente sorella, madre e coniuge, né si tratta di tre donne fisicamente distinte. Si tratta piuttosto di un unico personaggio simbolico, che nello gnosticismo rappresenta l’elemento femminile degli esseri divini. Sono questi due passi che hanno fatto dedurre a molti che Cristo e la Maddalena abbiano generato figli, ma di tutto ciò non c’è traccia né negli apocrifi né in alcun’altra fonte storica. Nessuna traccia di femminismo, né di figli di Gesù e della Maddalena. Non ci sono né indizi né prove che possano far supporre o dimostrare che Maria Maddalena sia stata la moglie o l’amante di Gesù. Piuttosto tutte le fonti convergono verso la soluzione opposta: Gesù ha vissuto sempre nella castità e non ha sposato nessuno. Anzi invita i suoi discepoli a scegliere questa condizione, cioè a consacrarsi interamente a Dio per piacere solo a Lui. Così come viene successivamente raccomandato da San Paolo che scrive chiaramente di non essersi sposato per il Regno Celeste, esortando molti ad intraprendere la via della castità per piacere a Dio: è la nascita del sacerdozio cristiano. Non è vero che la cultura del tempo disapprovava il celibato. Basterebbe ricordare la già citata Comunità degli Esseni a Qumran. Plinio il Vecchio e Giuseppe Flavio attestano che quei monaci (che non erano cristiani ma di fede giudaica) vivevano nella castità completa. Lo stesso Giovanni Battista viene presentato dalle fonti come una sorta di eremita, che viveva da solo e nessuna di queste fonti ci dice che il suo vivere da solo fosse, malvisto. Giovanni Battista stesso coetaneo di Gesù viene presentato anche nel Codice da Vinci come un eremita senza nessuna donna al seguito. Quindi perchè il celibato di Gesù doveva essere malvisto?
Al contrario di quanto afferma Dan Brown da parte ecclesiastica e imperiale non vennero emanate esplicite proibizioni o bandi contro i vangeli apocrifi, né tantomeno essi furono sequestrati o bruciati. Quelli che contenevano nozioni eretiche, perlopiù di tipo gnostiche, si persero all’estinguersi della stessa eresia gnostica.
I testi gnostici non sono da confondere con altri testi apocrifi non accolti tra i Vangeli canonici come ad esempio il Protovangelo di Giacomo, risalente al 140/170 DC, in sintonia con i Canonici ma la tarda datazione e la carente conoscenza di usi civili e religiosi dei giudei, ne rendono impossibile la paternità a Giacomo. Tuttavia la tradizione cristiana ha accettato alcune delle informazioni in esso contenute, in particolare relativamente alla vita di Maria e dei suoi genitori Anna e Gioacchino.
In conclusione: di principi esoterici Luciferini, massonici (o satanici, è uguale…) la nostra società ne è ormai così impreganata che non si conosce più il senso del peccato che ha reso incompresibile e inutile ormai il Sacrificio del Salvatore, (Salvatore di che, a questo punto?) Visto che conta la Gnosi per raggiungere la salvezza e… quel sentimento sulla bocca di tutti ma nel cuore di pochissimi: “l’amore”, una parola usata persino dal più grande e perverso satanista- oltre che uno dei principali ispiratori della cultura moderna, Aleister Crowley:
“Amore è la legge, amore sotto la volontà Fa ciò che vuoi, e sarà tutta la legge.” Queste sono parole di un satanista….
In poche parole, è sempre la stessa storia; una storia che risale ai tempi di Adamo ed Eva : il diavolo ancora oggi riesce ad ingannare l’uomo con la menzogna che rivolgendo a lui il suo culto avrà la sapienza, la scienza e diventerà al pari di Dio. E’ impressionante notare come la malattia, la pestilenza, la morte i rovi e le spine che la terra produce senza che nessuno li semini non abbiano insegnato nulla! Povere creature.. non capiscono che l’orgoglio la ribellione dell’uomo contro Dio non ci ha portato affatto alla “sapienza” ma ad un’oceano di sofferenza e di calamità.
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