I Mantras e il potere magico delle parole

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. In questo articolo ci occuperemo dei Mantras e del potere magico delle parole.

Il più antico testo sacro indiano l’Atharvaveda consiste in una raccolta di formule magiche .

La magia in India si trova tanto all’origine che al termine di una complessa evoluzione.

In India  la magia consiste nella convinzione  di agire in modo immediato sulla natura per mezzo di stati di coscienza o operazioni psichiche .

Per fare un esempio curare la febbre col chinino significa credere che quella sostanza materiale abbia proprietà curative non che l’abbia di per sé .

Curare la febbre con ricette verbali si basa sulla fede nell’efficacia di una parola che è psichica sia in quanto pronunciata che in quanto compresa.

Secondo la scuola indiana il comportamento umano è costituito da tre fasi : pensiero ,parola e azione.

Le parole danno luogo alla parte essenziale della magia primitiva non solo come Mantras ma perfino come inni esaltanti una divinità.

I Mantras sono la grande eredità induista, il corrispondente delle parole di potenza egiziane.

Gli Induisti considerano tutto nel senso di suono e movimento dal momento che per gli Induisti tutte  le cose nell’universo non sono altro che vibrazione.

La vibrazione è moto come parola sonora e parola rivelatrice .

La parola è innanzitutto una massa di suono puro di energia radiante .

La nota sillaba sacra induista Om corrisponde analogicamente al suono primordiale.

Il potere magico delle parole MantrasSecondo gli Induisti si può anche ripetere milioni di volte un Mantra ma esso è inefficace se non è conosciuto il suo senso segreto e la tonalità richiesta dal Mantra.

Gli Induisti pensano che è quasi impossibile conoscere la giusta modalità di pronuncia di un Mantra se non per via di trasmissione diretta da un Maestro.

Il Mantra secondo gli Induisti mette in rapporto col piano sottile (astrale) ovvero col regno delle cause.

Le parole vengono usate per richiamare alla mente le cose cosicché il legame tra la parola e ciò che essa designa è molto stretto.

Il mago è ben consapevole del potere magico delle parole .

Il mago è altresì consapevole che la conoscenza del nome originario o autentico di cose o persone conferisce un potere su di esse .

Tale consapevolezza è alla base della segretezza dei nomi propri nonché della rivendicazione di poteri magici e di autorità alle parole.

Il linguaggio magico è espresso assai diverso da quello ordinario e ciò contribuisce a conferire alla magia il suo carattere esoterico.

A differenza del linguaggio ordinario quello magico può non essere destinato alla comunicazione interpersonale ma rivolgersi a esseri speciali e possiede quindi proprietà che mancano al linguaggio ordinario.

La magia si serve di una lingua antica originaria e sacra .

L’uso magico delle parole è associato in modo particolare alle formule magiche che possono avere strutture assai diverse.

È assai diffusa l’idea che le formule magiche frutto di rivelazione devono essere fisse e immutabili .

La distinzione operata tra forma magica e preghiera corrisponde alla vecchia distin= zione tra magia e religione .

In questa prospettiva alla formula magica viene attribuito un potere coercitivo mentre la preghiera assume la forma di una richiesta o di un appello rivolto a entità personali e soprannaturali .

La formula magica è molto un comando più alle forze soprannaturali che una richiesta dal momento che pronunciando determinate parole si obbliga l’essere o la forza soprannaturale ad intervenire.

Alcune formule magiche non agiscono attraverso la mediazione di un essere soprannaturale dal momento che le parole vengono pronunciate come se avessero in sé stesse il potere di agire o di produrre determinati effetti.

Alle parole in questo caso è attribuita un’efficacia intrinseca che ricorda per certi versi quell’attribuita alla forza naturali.

Nella pratica però queste distinzioni analitiche tra magia e religione tra formula magica e preghiera risultano difficili da stabilire quando vengono applicate a  comportamenti complessi come ad esempio la cura delle malattie in molte  società.

Rivers mise in rilievo tale difficoltà che deriva in parte dalla molteplicità di forme assunte dalle formule magiche .

Tali formule possono configurarsi come comandi , dichiarazioni d’intenti espressioni di stati emotivi nonché asserzioni relative al conseguimento di un risultato spiegazioni e istruzioni.

Le parole possono essere più o meno intellegibili e spesso si ha una combinazione di varie forme di preghiera e di magia verbale.

Molti antropologi hanno messo in luce l’analogia tra le azioni magiche da un lato e gli atti linguistici e performativi di vario tipo dall’altro (formulare un giuramento promettere firmare una dichiarazione etc.).

La corretta esecuzione delle parole e delle azioni prescritte produce un determinato risultato.

Appare chiaro che l’analogia formale con l’azione magica è evidente.

Concludiamo l’articolo mettendo in evidenza che alcuni antropologi hanno messo in luce le analogie esistenti in alcune civiltà tra pratiche magiche e cure mediche.

Ad esempio in Cina e a Taiwan le pratiche magiche e le cure mediche non vengono spesso attuate credendo fermamente nella loro efficacia ma con un atteggiamento analogo a quello del supplice o del postulante che può esprimere un desiderio o una speranza nonché un’aspettativa o una richiesta .

Detto ciò riteniamo concluso il nostro discorso sul potere magico delle parole.

Prof .Giovanni Pellegrino

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