Osservate nuove stelle del vivaio stellare 30 Doradus

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Nebulosa Tarantola vista dal James Webb, il dettaglio non ha precedenti. Il Telescopio Spaziale James Webb ha regalato un nuovo scatto di pregevole fattura che rivela dettagli inediti del vivaio stellare 30 Doradus, noto anche come Nebulosa Tarantola.

È soprannominata così per l’aspetto dei suoi filamenti polverosi (che ricordano per l’appunto le zampe di quella tipologia di ragno) identificati grazie precedenti immagini di altri telescopi, Spitzer ad esempio, ed è ancora oggi una delle preferite dagli astronomi impegnati a studiare il fenomeno di formazione delle stelle. Grazie alla grande sensibilità del James Webb, l’immagine rivela molti altri dettagli oltre alle stelle in formazione, ad esempio svariate galassie lontane presenti sullo sfondo, nonché ulteriori particolari strutturali della nebulosa e informazioni sulla composizione del gas al suo interno.

Nebulosa Tarantola vista dal James Webb, il dettaglio non ha precedentiSituata a soli 161.000 anni luce di distanza nella galassia della Grande Nube di Magellano, la Nebulosa Tarantola è la regione di formazione stellare più grande e luminosa del Gruppo Locale (ne comprende oltre 80), ossia quel gruppo galassie più vicine alla nostra Via Lattea, il cui centro di massa si trova in un punto compreso fra la Via Lattea stessa e la Galassia di Andromeda.

La Nebulosa Tarantola ospita le stelle più calde e massicce conosciute e presenta un tipo di composizione chimica incredibilmente simile a quello delle regioni di formazione stellare che erano presenti durante il ‘mezzogiorno cosmico’, ossia quel periodo in cui l’universo aveva solo pochi miliardi di anni, offrendo così una visione unica di come le stelle si sono formate nel profondo passato cosmico.

Una visualizzazione affiancata della stessa regione della Nebulosa Tarantola mette in evidenza le distinzioni tra le immagini del vicino infrarosso (più vicino al rosso visibile, a sotto) e del medio infrarosso (più lontano dal rosso visibile, a sopra). Nella prima immagine della nebulosa (quella a sopra) catturata dalla NIRCam possiamo notare al centro un ammasso di giovani stelle massicce, che brillano di un azzurro pallido, mentre nelle aree periferiche e più dense della nebulosa vediamo delle formazioni simili a pilastri che sembrano puntare all’indietro verso l’ammasso. Questi pilastri contengono protostelle in formazione, che prima o poi emergeranno nei prossimi miliardi di anni e daranno nuova forma alla nebulosa.

Nebulosa Tarantola vista dal James Webb, il dettaglio non ha precedentiCambia tutto alle lunghezze d’onda più lunghe (immagine sopra), dove l’ammasso stellare centrale mostra una versione molto diversa della Nebulosa Tarantola, nella quale le giovani stelle calde presenti centralmente nell’ammasso svaniscono in brillantezza e prendono il sopravvento i gas e le polveri incandescenti. Possiamo peraltro notare abbondante presenza di idrocarburi a illuminare le superfici delle nubi di polvere, identificabili nelle aree di colore blu e viola.

Va detto che, nonostante il materiale di osservazione delle stelle in formazione non manchi, il processo di nascita di questi corpi celesti conserva ancora molti misteri, la maggior parte dei quali sono proprio legati all’incapacità di osservare nitidamente le stelle escludendo le dense nubi di polvere presenti nei vivai.

In questo il James Webb dovrebbe risultare di grande aiuto e in effetti le prime immagini condivise stanno rivelando dettagli del tutto inediti che presto o tardi, potrebbero consentire scoperte in gradi di riscrivere la storia della creazione dell’universo.

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