Relazione prevaricante con manipolazione psicologica

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Gaslighting, il male oscuro delle relazioni tossiche. Cos’è e come riconoscere questa forma di manipolazione psicologica subdola che porta le vittime a dubitare di se stesse.

Non tutti sanno da dove deriva il termine gaslighting, tratto originariamente dal titolo di un’opera teatrale poi trasposta al cinema, e arrivata in Italia con il termine “Angoscia” nel 1944. Il titolo originale “Gaslight” spiega il contenuto: un marito manipolatorio cerca di portare alla pazzia la moglie abbassando e alzando di nascosto la luce a gas di casa e negando poi che le luci siano a volte fioche a volte forti: nega i cambiamenti, sebbene prodotti da lui stesso, al punto che la moglie smette di credere in quello che vede e si affida alle sue percezioni. Da lì il termine gaslighter.

Cos’è il gaslighting

Il gaslighting è una comunicazione manipolatoria volta a far dubitare si sé stessa la vittima. Sembra un concetto complesso ma pochi esempi possono chiarirlo in modo semplice. Negare di aver mai parlato insieme di una cosa, negare la realtà dei fatti confondendo, dire bugie, accusare la vittima di esagerare, stravolgere il senso delle parole, distorcere sistematicamente la realtà: tutto questo fino a quando la vittima inizia dubitare di sé. Il gaslightinig non è un comportamento occasionale, non è uno scontro di vedute o una singola bugia che mina la fiducia, è una comportamento continuo, infido e sottotraccia.

Le vittime di gaslighting arrivano a dubitare della propria memoria, percezione e capacità di giudizio, del proprio valore personale e infine della propria salute mentale. La vittima, non fidandosi più delle proprie percezioni, si affida all’altro. Chi è in relazione con un gaslighter per lavoro o in coppia o in famiglia inizia a sentirsi confuso e insicuro, a vacillare pensando di non essere più in grado di valutare bene le cose… E infine ha paura di impazzire.

Le fasi del gaslighting

Ma la vittima non si sente immediatamente così: perché il gaslighting non avviene sotto vuoto o improvvisamente. Avviene in una relazione caratterizzata da fasi che si sviluppano insieme alla relazione.

· Una prima “luna di miele” dove la vittima è lusingata dal gaslighter fino a stringere una relazione nella quale già sono presenti i prodromi del futuro controllo. Arriva poi una fase confusiva dove silenzi, cambi di umore, iniziano a rendere la vittima cauta e preoccupata.

· Quando la vittima cerca di protestare o difendersi può venir accusata con frasi del tipo “sei troppo sensibile”, “ti piace soffrire”, “non l’ho mai detto”, “non essere tragica”, “non è mai accaduto”, “esageri sempre”.

· Arriva poi il momento della distorsione della realtà vera e propria, quella caratterizzata dalle bugie, manipolazioni e distorsioni vere e proprie.

· Segue una fase di depressione/rinuncia da parte della vittima a reagire perché oramai si sente difettosa, sbagliata e spesso ansiosa. É difficile reagire perché la vittima si sente insicura ed è logorata. Naturalmente queste fasi generali possono sovrapporsi tra loro.

Nei casi peggiori, le squalifiche e invalidazioni comunicative “non stavo flirtando, è solo la tua immaginazione” sono travestite da preoccupazione “sarà perché sei stanca”. Il problema, o meglio, uno del problemi del gaslighting è che la vittima non se ne accorge. Può infatti arrivare ad essere così assuefatta alla comunicazione manipolatoria da non rendersene conto. E anche se avesse il dubbio, questo sarebbe semplicemente un dubbio tra i tanti che la affliggono.

Gaslighting, come riconoscerlo

A volte la vittima percepisce che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella relazione che sta vivendo ma è difficile ammetterlo prima di tutto a se stessi, ma non solo: il pensiero viene forzatamente accantonato per proteggere la relazione dalla rottura, dalle liti e dalle ritorsioni del gaslighter.
Non sempre la vittima si rende immediatamente conto che parole e comportamenti del manipolatore vanno in direzioni divergenti. Non sempre la vittima capisce che viene accusata di quello che in realtà è il gaslighter che fa.

Il gaslighting è spesso associato a partner narcisisti. Gaslighting e narcisismo non sono due parole coincidenti, non vogliono dire la stessa cosa e non sempre si presentano insieme, ma frequentemente le distorsioni comunicative accompagnano questo tipo di relazioni. Generalmente infatti il gaslighting si manifesta nelle relazioni di coppia, al lavoro e in famiglia ove sono presenti relazioni tossiche abusanti emotivamente. L’obiettivo è il controllo sulla vittima, che indebolita, diventa più controllabile e dipendente.

Un comportamento manipolatorio non si presenta mai da solo: il gaslighting è spesso accompagnato da altri atteggiamenti lesivi del benessere della persona. Umiliare, criticare, far sentire in colpa, accusare ingiustamente, amplificare gli errori. Ma soprattutto isolando l’altro: come si fa ad isolare una persona? Provocando litigi dopo che è uscita, mostrando gelosia, insinuando il dubbio che la sfruttino o le mentano, dicendo che lei non ha nulla da condividere con loro, volendo essere continuamente coinvolti.

Nel caso del gaslighting sapere è potere: riconoscere questa dinamica è il primo passo per potersi sottrarre.

L’ostilità occulta non è parte di una buona relazione. Non siete responsabili del comportamento manipolatorio di un’altra persona. Non state sbagliando. Se avete un dubbio, parlatene con un professionista.

Sconfiggere il Gaslighting

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