La baia dei mostri

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Nell’ambito della criptozoologia, i serpenti di mare sono tra le creature più comuni e conosciute a livello planetario. Ricordati sin dai tempi del re d’Assiria Sargon II (721-705 a.C.) e citati anche nell’Antico Testamento sotto il nome di Leviatano, costituirono da sempre il soggetto preferito dei racconti, più o meno veritieri, di generazioni di marinai.

Sono state formulate varie ipotesi volte ad identificare tali creature, e molto probabilmente i tantissimi avvistamenti si riferiscono a differenti specie di animali, alcuni già conosciuti, altri non ancora classificati dalla scienza ufficiale. I luoghi ove è stata segnalata la loro presenza sono sparsi un po’ per tutto il globo, anche se ci sono zone in cui le loro apparizioni sembrano più frequenti: tra, queste, una particolare menzione merita la baia di Along, presso la città di Haipong, nel Vietnam settentrionale. Essa sembra davvero il rifugio ideale per grossi animali marini, essendo disseminata di grotte, pozze e crepacci, e proprio nelle sue acque, soprattutto alla fine del XIX secolo, si verificarono incontri particolarmente circostanziati con misteriose creature marine.

Già nel 1883 un abitante del luogo, Tran Van Con, scoprì sulla spiaggia la carcassa di un animale lungo circa 19 metri, la cui testa risultava mancante: il corpo era composto da segmenti di grandezza simile, ognuno con due appendici di 80 centimetri. Esso era inoltre rivestito da una sorta di armatura naturale, che, se battuta, risuonava come una lamiera, ed era marrone scuro sul dorso e giallo chiaro sul ventre.

Diversi anni dopo, l’equipaggio della cannoniera francese Avalanche ebbe modo di poter osservare per ben tre volte una coppia di grandi e sconosciuti mostri marini. Il primo avvistamento avvenne nel luglio del 1897: sulle due bestie, lunghe una ventina di metri, venne sparato un colpo di cannone, che però non andò a segno e le indusse ad immergersi dopo aver soffiato rumorosamente, in maniera comunque diversa da quella delle balene. Il 15 febbraio 1898 l’Avalanche incrociò nuovamente le due creature, o due simili ad esse. Stavolta i Francesi riuscirono a colpirne una, senza però ucciderla, ed inseguirono la coppia di animali per circa un’ora e mezza. Dieci giorni dopo, nel corso di un ricevimento a bordo in onore del governatore generale d’Indocina, Paul Doumer, i due esseri misteriosi ricomparvero alla vista degli uomini dell’Avalanche e dei loro ospiti. Ancora una volta la cannoniera si lanciò in un lungo inseguimento, ancora una volta invano. Il luogotenente di vascello Lagrésille, presente in quell’occasione, affermerà che le teste dei due animali erano simili a quella di una foca e che il loro dorso appariva ricoperto da dentellature seghettate.

Gli avvistamenti si succedettero anche negli anni successivi, ed uno riveste una particolare importanza, perché avvenne, nel 1915, da parte del direttore del servizio oceanografico di pesca dell’Indocina, professor Krempf, che si trovava a bordo di un avviso-scorta: egli vide un lungo collo sormontato da una grossa testa, simile a quella di un cavallo; nell’insieme, ricordava la tradizionale rappresentazione del drago cinese o vietnamita.

L’ultimo avvistamento di questa misteriosa creatura avvenne nel 1948, quando un marinaio della portaerei francese Dixmude vide il suo collo emergere dalle acque del mare. Esso fu preso di mira da una mitragliatrice, al che tornò ad immergersi e scomparve.

Tali testimonianze circostanziate, provenienti da fonti del tutto attendibili, incluso un uomo di scienza, sono difficili da liquidare come fantasticherie o mistificazioni. La descrizione del muso della creatura ed il fatto che essa emettesse un soffio lasciano pensare che si trattasse di un mammifero, forse un enorme pinnipede dal lungo collo ancora ignoto; invece l’aspetto della carcassa rinvenuta da Tran Van Con porta a presumere l’esistenza di un grande invertebrato marino, forse riconducibile alla “scolopendra cetacea” descritta dallo zoologo francese del XVI secolo Guillaume Rondelet, e che avrebbe abitato appunto le acque delle Indie.

Ciò dovrebbe far concludere che le acque della baia ospitino, o abbiano ospitato, almeno due differenti specie di sconosciuti e giganteschi animali marini, il che suonerebbe come un insulto per gli scettici, indisponibili anche ad ammettere l’esistenza di una sola di esse; ricordiamo solo che sino a pochi decenni fa negavano quella del calamaro gigante, ormai chiaramente accertata. Tuttavia i nostri oceani, tanto vasti ed ancora in gran parte inesplorati, nascondono ancora ai nostri occhi tantissimi segreti, di cui ogni tanto lasciano trapelare qualche labile indizio. Solo se e quando la baia di Along sarà esplorata in tutte le sue insondabili profondità potremmo forse avere una valida risposta a questo mistero.

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Informazioni su Roberto Conte 23 articoli
Nato a Taranto il 30/10/1966, laureato in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Lecce, membro dell'Associazione Culturale ACSI/Prometeo Video Lab, autore del saggio storico-biografico "Giovanni delli Ponti, un d'Artagnan tarantino", edito nel 2012 da Scorpione Editrice. Appassionato di Criptozoologia, Archeologia e di tutto ciò che ha a che vedere con il mistero.

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