Liti e diverse visioni sul futuro dell’intelligenza artificiale

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Intelligenza artificiale, il duello tra Musk e Zuckerberg. I due non si sono risparmiati stoccate verbali di opposte vedute in merito al progresso delle macchine: da una parte c’è una visione più cauta e pessimistica, dall’altra l’entusiasmo per le possibilità offerte. In una cosa, sono già riusciti: farci litigare.

Sulle loro visioni sono stati creati imperi finanziari e tecnologici: tutto si può dire di Elon Musk e Mark Zuckerberg, tranne che non sappiano vedere le cose in prospettiva. Le loro, però, appaiono diametralmente opposte, almeno su uno dei tempi “caldi” per chi si occupa di innovazione: quello dell’intelligenza artificiale e del suo futuro rapporto con l’uomo.

Facebook è uno dei principali investitori della Silicon Valley nel campo dell’intelligenza artificiale, in linea con il suo “papà” Zuckerberg che da sempre ha un approccio entusiasta verso il tema.

UNA FRECCIATA DIRETTA. Sabato, durante una conferenza in streaming sul social network, Zuck ha detto di essere molto ottimista in merito all’intelligenza artificiale: «Non riesco a capire le persone che fanno i bastian contrari e disegnano questi scenari apocalittici» ha aggiunto. «È per certi versi un approccio molto negativo e credo sia piuttosto irresponsabile». Il riferimento chiaro era ad Elon Musk, che da anni mette in guardia contro le possibili derive negative e belligeranti di macchine sempre più avanzate, delle quali potremmo un giorno perdere il controllo.

LA REPLICA. Interpellato via Twitter sull’uscita di Zuckerberg, Musk ha risposto di aver trattato il tema dell’intelligenza artificiale insieme a Mark, ma che «le sue conoscenze in materia sono limitate». Un anno fa, Musk ha contribuito a fondare OpenAI, un’organizzazione il cui obiettivo è indirizzare l’evoluzione dell’intelligenza artificiale verso modalità positive per l’essere umano.

UN FUTURO A TINTE FOSCHE. Il milionario fondatore di Tesla e SpaceX è infatti convinto che il progresso dei robot condannerà l’uomo a divenire un essere irrilevante, o nella migliore delle ipotesi alla stregua di un animale domestico per gli androidi. L’unica via d’uscita è farsi cyborg, fondersi con le macchine per non restare indietro.

Per questo motivo Musk sta lavorando a interfacce che permettano al cervello umano di comunicare direttamente con i computer, un po’ come avviene già ora per chi comanda arti robotici. Dal canto suo, Zuck ha sviluppato un maggiordomo robot, Jarvis, che è ormai diventato uno di famiglia.

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