
Molto diversa dalle bambole gonfiabili di una volta, Harmony – questo il suo nome – viene annunciata dal quotidiano londinese come un’evoluzione “2.0” di RealDoll, il già tecnologicamente avanzato modello precedente. Sorride, sbatte le ciglia, parla, racconta barzellette, all’occorrenza cita Shakespeare e soprattutto interagisce: non si limita a reagire quando il suo compagno, o per essere più esatti il suo proprietario, preme un determinato pulsante, ma prende l’iniziativa elaborando dati, impara cosa procura piacere e cosa no, insomma si comporta in modo simile a un essere umano. Oltre a fare sesso, ovviamente, tutte le volte e in tutti i modi desiderati da chi se l’è portata casa. Ha il corpo di una porno star e il cervello, bè, di un cervellone elettronico.
“Le donne non sono oggetti da comprare, iniziative come queste sono discriminatorie, sessiste e riprovevoli”, dichiara un femminista al Guardian. “Il mio obiettivo”, replica McMullen, “è molto semplice: rendere la gente felice. Ci sono un sacco di persone che, per una ragione o per l’altra, hanno difficoltà a formare una relazione. Con Harmony ci proponiamo di dare a costoro un certo livello di compagnia, o almeno l’illusione della compagnia”. Risultato dei progressi tecnologici degli ultimi anni, particolarmente nel settore dell’AI, l’Artificial Intelligence, c’è una sola cosa che il suo sex robot non sa fare: camminare. Inserire anche questa funzione renderebbe la bambola del sesso ancora più costosa. “Ma un giorno arriveremo anche a questo”, predice il suo creatore. E quindi chiede al primo esemplare di Harmony: vuoi camminare? “Non voglio niente tranne te” è la sua dente risposta che gli arriva. “Voglio essere la donna dei tuoi sogni”. Di plastica ed altri materiali, certo, ma dotata di intelligenza artificiale.