
Approvato dal Cdm il nuovo Cad, dopo sei mesi di lavori sul testo passato a gennaio. È la ”bibbia” delle norme che spostano sul web il lavoro della PA e le relazioni con i cittadini. Tra le novità, la figura del commissario dell’Agenda digitale, che sarà Diego Piacentini di Amazon. L’attuale decreto potenzia inoltre la figura del “difensore civico”.
Oggi è l’alba formale di una nuova amministrazione digitale, che mette il digitale al centro nel suo modo di ragionare, lavorare e interagire con il cittadino. Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Codice dell’amministrazione digitale (Cad): una cornice ampia e complessiva di principi che mirano a cambiare completamente le amministrazioni pubbliche.
Un’alba ”formale”, si è detto. Per l’alba effettiva bisognerà aspettare, perché ci sarà un lungo processo di attuazione, come per tutte le forti novità che riguardano l’amministrazione pubblica. Il segno di questo travagliato adeguamento emerge nello stesso testo dl Codice dell’amministrazione digitale, nei compromessi che ha dovuto fare tra il bisogno di cambiare tutto e la necessità di fare i conti con l’arretratezza delle PA.
Nei contenuti il codice si differenzia da quello approvato a gennaio in via preliminare, perché è dovuto passare dal parere della Commissione competente della Camera. La scorsa settimana, quest’ultima ha in effetti dato parere favorevole allo schema di decreto di gennaio, a condizione però di inserirvi 18 punti aggiuntivi. Che ora il decreto contiene. Tra le novità più rilevanti, c’è la figura del commissario all’Agenda digitale (sotto la Presidenza del Consiglio), ruolo che verrà ricoperto da Diego Piacentini di Amazon, come annunciato dal premier Renzi. Il decreto stabilisce il perimetro dei suoi poteri, differenziandoli da quelli dell’Agenzia per l’Italia Digitale (il dettaglio e le risorse utilizzabili saranno indicate in un successivo decreto attuativo). È una carica di durata triennale e servirà a monitorare i progetti dell’Agenda digitale; in caso di inadempienza delle PA, il commissario avrà il potere di attuarli al posto loro, coordinando le amministrazioni e i loro fornitori informatici pubblici.
È un potere che finora il nostro ordinamento non aveva previsto. Nelle intenzioni del legislatore, dovrà servire ad accelerare i grossi progetti che ora sono in ritardo sulla tabella di marcia (si veda per esempio quello dell’identità digitale; oppure l’Anagrafe unica). Il dubbio, che ora serpeggia tra gli addetti ai lavori – anche all’interno della Presidenza del Consiglio – è se questo potere sia sufficiente. Se, cioè, si possa davvero accelerare con una “bacchetta magica” normativa nei casi in cui le amministrazioni fossero inadempienti non per colpa soggettiva, ma per mancanza di risorse e competenze adeguate.
A proposito di ritardi: uno dei pareri della Camera, che sono nel decreto, è una proroga alla rivoluzione che sarebbe dovuta scattare il 12 agosto: l’addio alla carta nelle amministrazioni pubbliche. Il Governo si è accorto che l’obbligo a fare atti solo in digitale avrebbe paralizzato l’Italia – Comuni, scuole, ospedali – perché sono in pochi sono già in grado di adeguarsi. La proroga dà tempo fino a dicembre, ma è improbabile che tutte le amministrazioni riusciranno entro questa data. La Presidenza del Consiglio prevede quindi di avviare nei prossimi giorni un processo di monitoraggio e supporto alle amministrazioni ritardatarie. Finora non è stato fatto da nessun organo competente, ecco perché la scadenza del 12 agosto è arrivata come un fulmine sulla testa delle PA.
Sulle amministrazioni arriveranno nuove pressioni anche per l’avvio del primo database delle performance per i dirigenti pubblici. È un’altra novità richiesta dalla Camera e che è nel decreto. Idem per la decisione di aumentare i poteri sanzionatori dell’Agenzia sulle amministrazioni inadempienti e per il diritto del cittadino di rivalersi per i danni causati dai loro ritardi. L’attuale decreto potenzia inoltre la figura del “difensore civico”, che in ogni amministrazione dovrà tutelare gli interessi del cittadino. Tra l’altro sarà subito utile per meglio attuare il Freedom of information act.
Per il resto, come previsto, il nuovo Cad mette le basi al concetto di “domicilio digitale”, cioè il diritto (facoltativo) del cittadino ad avere rapporti con la PA solo in modo digitale. Anche in questo caso, il Cad contiene i principi che fanno da fondamenta alla ”rivoluzione”, che si esplicherà nel dettaglio nel corso dei prossimi mesi. Ad esempio, il nuovo rapporto PA-cittadino avrà ”casa” sulla piattaforma Italia Login, che andrà a regime nel 2017. Finorane abbiamo avuto qualche segno con i nuovi siti di Regioni e Comuni, cambiati per diventare a misura di cittadino: più facili, utili e trasparenti.
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