Nel DNA la predisposizione per la dieta vegetariana
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La dieta vegetariana è più salutare? Dipende dai tuoi geni. Abbiamo scoperto che alcune varianti genetiche influiscono sul modo in cui assorbiamo i nutrienti, capovolgendo gli effetti della dieta vegetariana sull’organismo.
Nell’immaginario collettivo la dieta vegetariana è sinonimo di mangiare sano: tuttavia, se è vero che per la maggior parte delle persone eliminare carne e pesce significa diminuire il colesterolo e il rischio di soffrire di malattie cardiache e diabete di tipo 2, per alcuni gli effetti potrebbero essere diversi.
La nutrigenetica studia l’impatto della diversità genetica degli individui sul metabolismo dei nutrienti e dei composti introdotti con la dieta. Lightspring | Shutterstock
Il motivo? La genetica: secondo quanto scoperto da uno studio pubblicato su PLOS Genetics, la presenza di alcune varianti genetiche (o alleli) influenza infatti il modo in cui il nostro organismo assorbe alcuni nutrienti, modificando le conseguenze della dieta sulla salute.
Effetti generali
Lo studio ha coinvolto oltre 150.000 partecipanti, 2.300 dei quali seguivano una dieta strettamente vegetariana: la maggior parte dei vegetariani aveva bassi livelli di colesterolo, una cosa positiva per la salute del cuore, e di vitamina D, importante invece per la salute delle ossa e il sistema immunitario. Alti invece i livelli di trigliceridi, un tipo di grasso del sangue la cui presenza eccessiva può aumentare il rischio di soffrire di malattie cardiovascolari.
Includendo la componente genetica è emerso che quando era presente una specifica variante genetica, detta allele minore, gli esiti cambiavano. In particolare in chi era vegetariano e aveva la variante del gene MMAA, connessa al metabolismo del calcio, aumentavano i livelli di calcio (invece che diminuire). Questo è da un lato positivo, perché il calcio migliora la salute di ossa e denti, ma dall’altro può avere anche risvolti negativi, aumentando il rischio di soffrire di calcoli renali e malattie cardiovascolari.
Un piccolo gruppo di partecipanti con un’altra variante genetica ha poi riscontrato un aumento nei livelli di testosterone – tendenza contraria rispetto alla maggior parte dei vegetariani, nei quali questo ormone diminuisce. Infine la presenza di un allele minore connesso alle funzioni renali ha modificato gli effetti del vegetarianismo, facendo diminuire (invece che aumentare) il tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR), ovvero la velocità con cui il sangue viene filtrato dai reni. La ricerca getta le basi per condurre nuovi studi di nutrigenetica e trial clinici che aiutino gli esperti a comprendere meglio in che modo i geni influiscono sulla dieta che adottiamo.
Alcune cose che forse non sai su vegani e vegetariani
La dieta vegana è ecosostenibile? No. Anzi, nel lungo periodo risulterebbe peggiore di quella onnivora, sia per quanto riguarda lo sfruttamento ambientale, sia per la sopravvivenza dell’umanità. Lo sostiene una ricerca della Tufts University (Usa) basata sull’analisi di dieci diversi regimi alimentari (dal vegano, al vegetariano ad altri onnivori, caratterizzati da maggiore o minore presenza di carne e proteine animali) e del loro impatto ambientale. È emerso che una dieta vegana, nel lungo periodo, risulterebbe quella in grado di sfamare meno persone, rivelandosi quindi la scelta meno sostenibile per l’umanità. L’ideale, per la Terra ma anche per la nostra salute, sarebbe invece non eliminare ma piuttosto ridurre il consumo di proteine animali. I vegetariani stanno meglio? Semplificando, studi statunitensi mostrano che i vegetariani stanno complessivamente meglio rispetto agli onnivori, hanno un cuore più sano, un rischio ridotto di ammalarsi di diabete e di alcuni tumori, e sono più magri. Nelle ricerche condotte in Europa, tuttavia, i vantaggi sono molto meno netti. Perché? Secondo gli esperti gli studi americani sono spesso falsati, perché confrontano i vegetariani con persone che hanno abitudini alimentari pessime: lì gli onnivori mangiano davvero malissimo. Il confronto andrebbe invece fatto con chi segue una dieta onnivora, ma salutare. Gli studi che hanno seguito questo criterio non sono molti, ma quelli disponibili fanno pendere la bilancia verso un’alimentazione che includa perlomeno il pesce. Il mix perfetto? La dieta mediterraneaC’è differenza tra vegetariani e vegani? “In sostanza – spiega il sito della Peta, la principale organizzazione per i diritti degli animali – i vegetariani non mangiano le parti del corpo di tutti gli animali, cioè la “carne”. Ciò include maiali, polli, mucche, animali marini, e ogni altro animale. Anche essere vegetariani riduce la quantità di sofferenza degli animali nella vostra dieta, ma i vegetariani possono ancora mangiare uova e latticini”. Per completezza dell’informazione, ci sono anche i semi-vegetariani, che mangiano ancora prodotti di origine animale, ma in modo più selettivo (per esempio pollo e pesce, ma non carne rossa) e i pescatariani, che evitano carne e pollame, ma ancora mangiano pesce e frutti di mare.I bambini possono essere vegani? Come spiega la Fondazione Veronesi, è meglio rimandare la scelta quantomeno all’inizio dell’età scolare: “Se negli adulti la scelta è sostenibile, a fronte di un’integrazione dietetica, più complesso è adeguare l’alimentazione di un bambino che segue una dieta vegana. Nei primi anni di vita è infatti più alta la richiesta di proteine ad alto valore biologico, ricche cioè di amminoacidi essenziali – quelli che l’uomo non sintetizza da sè: fenilalanina, isoleucina, istidina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano e valina – e più facilmente assorbibili e digeribili. Lo stesso discorso può essere esteso alla vitamina B12, il cui apporto è fondamentale per un corretto sviluppo neurologico”.Chi sono i vegani? Iniziamo dalle basi, che forse a qualcuno sembreranno scontate. “Vegano – si legge sul sito Vegan.com – è chi non mangia prodotti animali: carne, pesce, latticini, uova. I vegani evitano inoltre pellicce, pelle e lana in quanto questi prodotti generalmente determinano il confinamento, abusi, e la macellazione degli animali”.Perché si diventa vegani? Sempre Vegan.com scrive: “I tre principali motivi per cui le persone diventano vegan hanno a che fare con le preoccupazioni circa la sofferenza degli animali, la salute personale, e l’ambiente. Alcune persone lo fanno esclusivamente per un motivo, mentre per altri è un mix di motivi”. A proposito: il veganismo è protetto ai sensi dell’articolo 9 della Convenzione europea sui diritti umani.Una dieta solo vegana è salutare? Secondo dell’Università di Harvard le diete vegetariane e vegane possono essere sane, anche se a volte difettano di alcuni nutrienti. A volte sono carenti di proteine, calcio, ferro e vitamina B12. Molti di questi nutrienti si trovano in uova e latticini, se siete vegetariani, e da fonti vegetali, se siete vegani. Ma potrebbe essere necessario integrarli nella dieta. “Perché la vitamina B12 si trova solo nelle fonti animali, se sei un vegano potresti prendere in considerazione un integratore”, dice Kathy McManus, direttrice del Dipartimento di Nutrizione dell’Ospedale di Harvard. Gli acidi grassi omega-3 si trovano invece sia nel pesce sia nei semi di lino, ma il nostro corpo non assorbe la forma vegetale, come fa con gli omega-3 marini. Insomma, capita che chi segue una dieta vegana debba ricorrere agli integratori.Rispetto per gli animali, in ogni senso. Ma le differenze non si limitano al cibo: i vegani fanno anche shopping cruelty-free, il che significa che non supportano le aziende che fanno esperimenti su animali, li sfruttano per l’intrattenimento, o li uccidono per usare le loro pelli per i vestiti. Lo ha ben spiegato il compianto Umberto Veronesi, vegetariano, in un’intervista al Corriere della sera: «…Il veganesimo è cosa diversa dal vegetarianesimo. I vegani seguono la filosofia antispecista che rifiuta lo sfruttamento di una specie da parte di un’altra. Dunque i vegani non solo non mangiano prodotti di origine animale, come latte e uova, ma non utilizzano nessun oggetto che comporti una prevaricazione dell’uomo su un altro essere animato. Non è questo il mio caso».Extraterrestri. Il termine “vegano”, come sinonimo dell’astenersi dal mangiare o dall’utilizzo di prodotti di origine animale, ha poco più di 20 anni: è stato coniato nel 1994 da Donald Watson (nella foto), co-fondatore della società vegana. Prima di allora, in realtà la parola vegan già era diffusa tra gli scrittori di fantascienza per indicare… un abitante della stella Vega. Forse lo ricordate: anche i nemici di Goldrake e Mazinga si chiamavano “vegani”.
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