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Lavoro, boom di annunci sul web: dai manager agli operai, ecco i profili più richiesti. Secondo l’Osservatorio Cfmt e Università Bicocca il disallineamento delle competenze, il ricambio e la trasparenza nel 2023 hanno fatto aumentare le inserzioni a 1,4 milioni (da 1,3 nel 2022).

A.A.A. cercasi. Operai, impiegati, quadri. E anche manager, le cui ricerche partono sempre più dal web che «è diventato un canale privilegiato per pubblicare gli annunci di lavoro, con il vantaggio di garantire una maggiore trasparenza.

Un fattore questo che consente di fare avvicinare i candidati giusti, limitando il mismatch e migliorando la capacità di preselezionare l’offerta, che poi può proseguire attraverso i professionisti della ricerca e selezione», ci spiega il professor Mario Mezzanzanica che è direttore del Dipartimento di Statistica dell’Università Milano Bicocca e guida il Crisp, il Centro di ricerca interuniversitario sui servizi pubblici dell’ateneo. Nell’ambito dell’Osservatorio Online Job Vacancy del Centro di formazione management del terziario (Cfmt), il professore da anni porta avanti un progetto di ricerca sul collezionamento e l’analisi degli annunci di lavoro del privato pubblicati online.

«Abbiamo costruito un sistema che raccoglie annunci di lavoro in 28 Paesi europei – dice il professore -. Dal 2019 ad oggi ne abbiamo monitorati 400 milioni, attraverso 600 portali selezionati da esperti in termini sia qualitativi che quantitativi, all’interno di un progetto promosso da Cedefop (Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale dell’Unione europea, ndr) ed Eurostat».

LA DOMANDA DI MANAGER NEGLI ANNUNCI DI LAVORO ONLINE
Confronto tra paesi europei per i dirigenti dei settori del terziario e del manifatturiero. Dati in %

Confronto tra paesi europei per i dirigenti dei settori del terziario e del manifatturiero
Tutti
Confronto tra paesi europei per i dirigenti dei settori del terziario e del manifatturiero
Terziario
Confronto tra paesi europei per i dirigenti dei settori del terziario e del manifatturiero
Manifatturiero

Fonte: Osservatorio online job vacancy di Cfmt e Università Bicocca

La crescita degli annunci

I dati dell’Osservatorio che qui anticipiamo dicono che complessivamente, in Italia, nel 2023 sono stati pubblicati 1,4 milioni di annunci di lavoro, classificati secondo lo standard Esco (European Skills, Competences, Qualifications and Occupations ossia la classificazione multilingue delle qualifiche, competenze, abilità e professioni in Europa).

I datori di lavoro ne hanno pubblicati 100mila in più, visto che nel 2022 il loro numero arrivava a 1,3 milioni, sempre considerando solo il nostro Paese.

Una prima considerazione che riguarda l’Italia è che la domanda è molto dinamica e questo è testimoniato dal fatto che gli annunci aumentano in maniera considerevole, per diverse ragioni.

Mezzanzanica osserva che «la domanda cresce perché le aziende usano tutti gli strumenti per poter avere maggiore possibilità di incontrare l’offerta più adeguata alle loro esigenze, anche in considerazione del fatto che il turn over è un fattore strutturale, soprattutto per i giovani, ma anche per le figure più mature. Maggiore stabilità si ha nella fascia tra 35 e 50 anni, mentre nelle fasce prima e dopo il turn over nel mercato del lavoro attuale è molto elevato: questo traspare anche nell’aumento degli annunci».

L’evoluzione del mercato

Un tempo i giornali, quotidiani, ma anche settimanali, contenevano pagine e pagine di annunci di lavoro che, esclusi i top manager, riguardavano quasi tutti: dagli operai ai dirigenti.

Per chi era alla ricerca di un’occupazione c’erano appuntamenti fissi, con le principali testate, dove sono nati veri e propri inserti dedicati, di un certo successo. Quel tempo ha cominciato a finire, nemmeno così lentamente, almeno 15 anni fa, quando gli annunci a poco a poco sono migrati sulla rete.

La domanda per i manager

Soffermandoci sui manager, crescono le inserzioni riferite a quelli del terziario, che rappresentano il 3% della domanda online: sono stati circa 38.400 nel 2022 e 40.700 nel 2023, in un anno c’è quindi stato un aumento del 6%.

Se invece l’analisi si fa sui manager del settore manifatturiero allora in questo caso la quota di annunci rappresenta circa l’1% del totale e il loro numero è passato dai 17.900 del 2022 ai 17.300 del 2023, con una contrazione del 3% nell’arco di un anno.

Considerando i diversi settori economici, i dirigenti dei servizi sanitari sono quelli cresciuti di più negli annunci di lavoro privati, così come quelli di settori come alberghiero, pubblicità e pubbliche relazioni, attività sportive, ricreative e culturali (con tassi di crescita che vanno dal 31 al 58%).

La concentrazione a Nord ovest

Prendendo gli annunci nel loro complesso, dal punto di vista territoriale, la domanda è concentrata prevalentemente nel Nord ovest a cui si riferisce il 46% delle domande, seguito dal Nord est (29%), dal Centro (16%) e da Sud e Isole (9%), con alcuni particolari scostamenti tra le varie figure professionali.

Lo stesso andamento si osserva per la distribuzione degli annunci per i manager dell’industria manifatturiera. Un dato interessante è che nel 2023 la quota maggiore di dirigenti ricercati al Sud è per i servizi alberghieri e di ristorazione, mentre negli altri territori, soprattutto a Nord ovest, spiccano i servizi finanziari o le tecnologie delle informazioni e le telecomunicazioni, di poco superiori al 50%.

Il confronto internazionale

Nel confronto con gli altri paesi europei, in particolare Francia, Germania e Spagna, emergono delle similitudini ma anche differenze consistenti.

«In generale tutti i Paesi hanno avuto tassi di crescita degli annunci di lavoro simili al nostro, ma gli ambiti sono diversi – afferma Mezzanzanica -. Spicca, per esempio, il caso dei dirigenti dei servizi sanitari privati che in Italia sono cresciuti del 61% in un anno, un dato che non stupisce se pensiamo al grande turn over che si sta verificando nella sanità, mentre in Germania sono diminuiti del 27%. Nel settore dell’educazione in Spagna gli annunci crescono del 56%, mentre in Germania del 29%. Nella ristorazione infine in Spagna la crescita è del 50%, in Germania del 44%, in Francia del 27%».

Le skills richieste

Entrando nel merito delle competenze che le imprese ricercano si distingue uno spaccato chiaramente spostato sulle soft skills.

«Per i manager del terziario sono le competenze più rilevanti – osserva Mezzanzanica -. Tra queste troviamo come motivare gli altri, guidare e gestire le persone, governare le priorità, ma anche identificarsi con gli obiettivi dell’azienda e lavorare in team.

Per ogni settore economico abbiamo identificato le skill prevalenti che emergono dagli annunci. Nelle attività professionali ci sono la capacità di gestire l’innovazione tecnologica e analizzare i rischi finanziari, nella sanità la skill più rilevante è mettere le persone al centro, così come acquisire competenze informatiche nella gestione dell’informazione e pensare proattivamente».

L’obiettivo

L’obiettivo principale dell’analisi «è esaminare l’evoluzione del mercato del lavoro per i manager del terziario – spiega il direttore del Cfmt, Nicola Spagnuolo -. Individuando ed evidenziando i trend e le competenze necessarie delineate negli annunci di lavoro, puntando a sensibilizzare sui cambiamenti in atto e a fornire supporto alle politiche di intervento, soprattutto in termini di formazione continua.

Per progettare percorsi di formazione e crescita utili ai nostri dirigenti dobbiamo essere sempre consci di cosa chiede il mercato, quali competenze i manager devono allenare e di quali strumenti dobbiamo fornirli».

Le competenze trasversali

Approfondendo il tema delle skill trasversali quelle più importanti riguardano le relazioni con le persone. Sono state divise in quattro grandi macroaree, se stessi ossia le skill che riguardano la gestione del tempo, delle mansioni e della propria carriera, le persone che si dividono in due gruppi, ovvero le skill orientate all’obiettivo come la capacità di prendere decisioni e risolvere problemi e quelle orientate alle persone, come conoscere e aiutare a lavorare meglio i membri del proprio team.

«Le relazioni con le persone sono centrali per alcuni ambiti, come accade, ad esempio, per i dirigenti nei servizi professionali (67%) e delle risorse umane (62%) – afferma Mezzanzanica -. Seguono le skill riguardanti la gestione si sé stessi, del proprio tempo e della propria carriera, in particolare per i dirigenti strategie e pianificazione (31%) e nello sviluppo e la gestione dei progetti (29%)».

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