I Robot ci tolgono il lavoro e in futuro ci domineranno!

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La dittatura dell’intelligenza artificiale. Secondo Elon Musk lo sviluppo incontrollato dell’intelligenza artificiale potrebbe portare alla distruzione del mondo così come lo conosciamo.

I timori di Elon Musk verso uno sviluppo incontrollato dell’intelligenza artificiale sono noti da tempo e nel documentario Do you trust this computer diretto da Chris Paine il fondatore di Tesla e SpaceX traccia uno scenario davvero inquietante.

Musk teme l’avvento di un’AI formata da milioni di computer interconnessi tra loro, in grado di conoscere ogni dettaglio della vita di ciascun essere umano e di fare miliardi di calcoli in frazioni di secondo.

Questo sistema informatico potrebbe controllare (o prendere il controllo?) dell’economia mondiale, delle risorse e delle armi. E, cosa peggiore di tutte, sarebbe praticamente immortale.

Inarrestabile. «Stiamo sviluppando superintelligenze digitali che superano di molto quelle umane, credo che questa conseguenza sia ovvia» afferma Musk in Do you trust this computer.
«Se una singola persona o azienda riesce a realizzare un’AI che ha i poteri di una divinità, può arrivare a controllare il mondo».
A chi gli fa notare che dittatori e pazzi vari hanno tentato più volte di conquistare il mondo senza riuscirci, Musk fa risponde che un’intelligenza artificiale sarebbe un pericolo ben maggiore, perchè del tutto incosciente, priva di scrupoli ed emozioni.

Il computer cattivo. Il timore di Musk è insomma che l’AI decida di travolgere il genere umano così da raggiungere gli obiettivi per la quale è stata programmata.
Già nel 2014 Musk aveva descritto l’intelligenza artificiale come il più grande pericolo per l’umanità e nel 2015 si era unito all’appello di un gruppo di esperti di tecnologia, tra cui Stephen Hawking, che chiedeva alle Nazioni Unite di mettere al bando tutti i robot in grado di uccidere.

«Un’intelligenza artificiale fuori controllo è molto più pericolosa della Corea del Nord» afferma Musk nel documentario.

Nel 2016 Elon Musk ha fondato e finanziato OpenAI, un istituto di ricerca che ha come obiettivo l’evoluzione dell’intelligenza artificiale verso modalità positive per l’essere umano.

Hal 9000, il computer di 2001 Odissea nello Spazio, decide di eliminare gli umani a bordo della sua astronave per preservare lo scopo della sua missione.|pixabay
Hal 9000, il computer di 2001 Odissea nello Spazio, decide di eliminare gli umani a bordo della sua astronave per preservare lo scopo della sua missione.|pixabay

Il documentario “Do you trust this computer”

I robot ci rubano il lavoro? No, ne creano di nuovo. Almeno stando ai dati di uno studio economico svolto in Germania: l’automazione cancella alcune vecchie mansioni, ma ne genera altre meglio pagate. Sarà ovunque così?

Le previsioni sull’impatto dei robot nel mondo del lavoro sono spesso apocalittiche, ma forse potremmo aver peccato di pessimismo. O meglio, potrebbe non andare necessariamente male, o non dappertutto. Il primo ampio studio sugli effetti dell’automazione sull’economia tedesca sembra indicare, infatti, che le macchine non solo non hanno sottratto posti di lavoro, ma, complessivamente, ne hanno creati di nuovi, e di meglio retribuiti.

In base alla ricerca condotta dal Centre for European Economic Research di Mannheim, Germania, dal 2011 al 2016 l’ingresso dei robot nel mercato del lavoro tedesco ha portato a un aumento complessivo dell’occupazione compreso tra l’1,5 e l’1,8% (qui il documento originale, in tedesco).

Con il progresso tecnologico. Se all’inizio le macchine hanno assorbito e velocizzato una serie di mansioni, portando a un calo di posti di lavoro del 5%, in seguito ne hanno generati di nuovi, e di meglio pagati. Come è possibile? «Ora quell’azienda può produrre la stessa merce, in maniera più economica» spiega Melanie Arntz, tra gli autori. Il prodotto costa meno, e si vende di più, «la domanda sale, e serve assumere più persone per soddisfarla».

Valutazioni incrociate. Gli esperti sono giunti a questa conclusione dopo aver intervistato 2.000 manager di altrettante compagnie in vari settori dell’economia del Paese.

I dirigenti hanno dovuto valutare il grado di automazione delle loro aziende per ogni anno del periodo considerato, e i dati sono stati confrontati con quelli su circa 300 mila lavoratori forniti dall’Agenzia federale tedesca per l’impiego.

Un caso fortunato? I meccanismi che riguardano l’automazione potrebbero valere un po’ dappertutto, anche in Paesi come Inghilterra e Usa, per i quali le previsioni di impatto dell’automazione svolte finora suonano piuttosto allarmanti. Ma la situazione socio-economica tedesca è particolarmente virtuosa e potrebbe aver fatto da cuscinetto, influenzando i risultati dello studio.

Per esempio, alcuni ammortizzatori sociali potrebbero aver permesso agli operai rimasti senza lavoro di accedere comunque alla merce venduta, evitando così un calo della domanda e una contrazione dell’economia. Come si vede, le colpe (e i meriti) non sono mai solo dei robot…

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