
Sono a metà tra mondo vivente e inanimato. Possono essere programmati per compiere funzioni biologiche, come cambiare colore quando sotto sforzo, o rilasciare farmaci o ancora riparare le ossa.
La ricetta si basa su due ingredienti, le applicazioni sono moltissime. I primi biomateriali in 3D sono stati sviluppati con acqua e proteine. Materiali al confine tra mondo vivente e inanimato, che possono essere programmati per compiere funzioni biologiche, come cambiare colore quando sotto sforzo, o rilasciare farmaci o ancora riparare le ossa. Questo risultato – pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), è stato ottenuto nell’americana Tufts University dal gruppo coordinato dagli italiani Fiorenzo Omenetto e Benedetto Marelli.
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